Cultura
Onorevoli in lista rock
È nato il partito trasversale dei fan di Elvis e degli U2. Ne fanno parte cinquanta insospettabili parlamentari di diverso colore, da An ai Verdi. Vogliono più fondi per il rock e annunciano tourn
Dopo l?intrusione nella religione, con il concerto rock al cospetto del Papa, la musica leggera sbarca anche nelle aule austere di Camera e Senato. Si chiama infatti ?Parlamento rock?, l?ennesimo esperimento di politica trasversale: altro però che Di Pietro, o Mariotto Segni, stavolta ci si aggrega nel nome degli U2. L?obbiettivo immediato è quello di emendare il disegno di legge Veltroni sulla musica dando più spazio (e anche più fondi) al rock. Quello più a lungo termine, permettere l?emersione di un mondo (e di un mercato) ricco ma sommerso. L?iniziativa è dell?Arci che ha coinvolto 50 parlamentari di tutti i partiti, per sostenere questa svolta della politica culturale italiana: non più solo lirica e sinfonica, ma anche rock, rap, hip pop, tecno, e chi più ne ha più ne metta. Il 28 gennaio a Roma, i parlamentari rock si sono riuniti nella saletta di un albergo di fronte a Montecitorio, per conoscersi, discutere e contarsi. Insomma per riunire una ?lobby innocente e trasparente?, secondo l?allegra definizione di Bettollo, segretario dell?Arci, che ne ricorda un?altra di occhettiana memoria. Grande maggioranza ulivista, con un particolare impegno propositivo dei Verdi, qualche presenza forzaitaliota e popolare, quella immancabile del leghista Bobo Maroni, già segnalatosi ai tempi in cui era ministro per alcuni concertini col suo gruppo musicale, nel ruolo di tastierista. E poi in extremis anche Ignazio La Russa di An.
I perfidi organizzatori dell?Arci (diretti da Nevio Salimbeni, coordinatore nazionale delle politiche culturali) avevano prima mandato agli onorevoli aderenti un questionario per saggiare la loro competenza sul tema. Sorpresa: a domande quali: ?Come si chiama la moglie di John Lennon?, oppure: ?quanti sono gli U2?, hanno risposto esattamente la maggior parte dei parlamentari. E questo a riprova che in Parlamento, come spiega Salimbeni, oggi «siede la generazione che ai tempi del boom del rock era giovanissima: anche il parlamentare più compassato si sarà emozionato con ?Stair to heaven? dei Led Zeppelin, si sarà innamorato con il soul della Motown, avrà scoperto il sesso con Elvis o con i suoi successori». Non a caso tra le proposte dell?Arci c?è quella di formare un gruppo musicale dei parlamentari musicisti e portarlo in tournée per i circoli Arci.
Per queste, o per altre ragioni, onorevoli e senatori sono parsi molto investiti della questione.
In particolare Fiorello Cortiana, giovane senatore verde proponente di un innovativo disegno di legge sulla musica: «Apprezziamo il lavoro di Veltroni», ha detto, «che per la prima volta ha portato la musica nell?agenda politica del Paese. Ma il suo progetto si porta dietro, più per inerzia che per scelta, l?impostazione degli anni passati. E in particolare la divisione in generi musicali, che discende dalla ripartizione del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo. Che raccoglie i fondi destinati allo spettacolo ripartiti per quote tra i vari generi. Oggi serve un legge sulla musica, non una legge sui generi musicali, che non faccia distinzioni tra quelli di serie a e quelli di serie b». La ricetta di Cortiana corrisponde in gran parte con le proposte dell?Arci: liberalizzare il mercato musicale, permettere l?emersione delle professionalità, costruire percorsi formativi fuori e dentro la scuola, soprattutto concedere agevolazioni fiscali ai locali che ospitano i gruppi italiani, creare spazi grandi e piccoli per farli esibire. «L?importante è dare spazio alle band», conclude il senatore dei Verdi, «poi a selezionarle ci penserà il pubblico»
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