Welfare

Castelli: “Le carceri non sono al collasso”

Il testo integrale della lettera del ministro pubblicata oggi dal Corriere della sera

di Redazione

Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli oggi risponde puntigliosamente, in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera, alle severe contestazioni mosse alle carceri italiane dalle stesse colonne del giornale da Ernesto Galli Della Loggia. Per il Guardasigilli le carceri non sono al collasso. E’ falso che manchino spazi per l’aria ed è offensivo dire che sporciazia e topi “la fanno da padrone”. Infine, per Castelli l’organico della polizia penitenziaria e’ in linea se non superiore agli standard internazionali e la struttura sanitaria di assistenza e’ del tutto adeguata alle esigenze (“Invito Galli della Loggia” dice in un passaggio, “a visitare il sito del ministero della Giustizia, dove abbiamo iniziato a mostrare i nostri studi medici e odontoiatrici e le sale operatorie costruite all’interno del penitenziario”). Ecco il testo integrale della lettera: Caro direttore, i problemi sollevati dal polemico editoriale del professor Galli della Loggia (pubblicato ieri dal «Corriere della Sera») meritano un?analisi ragionata. Cercherò qui di seguito di esporre alcuni dati di fatto. Dice Galli della Loggia: «Celle occupate da 14.000 prigionieri eccedenti la massima capienza prevista». Questo numero deriva non da una previsione ma dall’approvazione di un regolamento che, al di fuori di ogni contatto con la realtà carceraria di allora, correva l’anno 1999, ha deciso in base a criteri che nessuno mi ha mai giustificato, che ogni detenuto dovesse aver diritto a un certo numero di metri quadri. Perché non di più o non di meno? E? chiaro che variando questo numero a piacere, visto che è stato scritto sulla carta, varia l?indice di sovraffollamento. A questo proposito, in qualità di presidente di turno del Consiglio giustizia e affari interni dell’Unione Europea, ho dato vita ad un?iniziativa per la definizione di standard minimi di vivibilità nei penitenziari europei, proprio perché sono convinto che lo standard italiano possa fare riferimento per tutti gli Stati membri. «Spazi comuni per l?aria inesistenti» è un?affermazione destituita di ogni fondamento. «Organico della Polizia penitenziaria più che mai carente». Il dato di fatto è questo: in Italia, ci sono 45 mila agenti di Polizia penitenziaria per 56 mila detenuti con un indice pari a un agente ogni 1,24 detenuti. Nella maggior parte degli Stati europei esso è di circa 1 a 3, mentre negli Stati Uniti sale alla cifra di un agente ogni 7 detenuti. Lascio ai lettori giudicare se l?indice italiano è adeguato o meno. In realtà, il problema vero è che ci sono troppi agenti al Sud e troppo pochi al Nord, grazie a leggi e regolamenti demenziali, che oggi è assai difficile correggere. «Manca un?adeguata struttura sanitaria». Invito Galli della Loggia a visitare il sito del ministero della Giustizia, dove abbiamo iniziato a mostrare i nostri studi medici e odontoiatrici e le sale operatorie costruite all’interno del penitenziario. In ogni caso, ricordo che ciascun detenuto ha diritto a cure dentistiche completamente gratuite e che la spesa pro capite annua per detenuto è pari a 2.151 euro contro una spesa di 1.360 euro per ciascun cittadino italiano. «La sporcizia e i topi la fanno da padrone». Francamente è un?affermazione sconcertante. Può darsi che sia capitato in qualche caso, ma sarebbe come dire che in Italia non viene erogata la corrente elettrica perché in questi giorni c?è stato un blackout. Mi scusi, direttore, ma questa frase mi indigna, perché è una grave offesa nei confronti di tutti quei medici, operatori, agenti, direttori ed educatori che si impegnano spesso in condizioni difficili a far sì che il carcere, che è certamente luogo di pena, sia comunque in condizioni civili e non consentirebbero mai un degrado del genere. Quanto alla necessità di costruire nuove carceri, ricordo che, da un lato, è stato varato un piano per la costruzione di 11 nuovi penitenziari, con risorse per circa 1.000 miliardi di lire previste in Finanziaria e, dall?altro, abbiamo dato vita con un’azione assolutamente innovativa a una nuova società: la Dike Aedifica Spa, che si occupa di valorizzare i vecchi penitenziari per acquisire risorse finanziarie al fine di costruirne di nuovi. Finisco dicendo che c?è una domanda che ho ripetuto molte volte ma a cui nessuno ha mai dato una risposta: perché nella scorsa legislatura, quando l?occupazione penitenziaria è cresciuta da 48 mila a 55 mila e contestualmente venivano chiusi 12 penitenziari, nessuno ha avuto niente da dire? Perché quando a San Vittore stavano ammonticchiati circa 2.300 detenuti non ho mai avuto modo di leggere articoli che denunciassero questo fatto, mentre ora che, con mio impegno personale e diretto, il numero di detenuti si è ridotto a circa 1.400 unità, e quindi quasi 1.000 in meno, leggo in continuazione di intollerabile sovraffollamento? Perché alla sinistra è tutto permesso mentre alla destra niente è permesso? Ciò non significa assolutamente che io voglia sottrarmi alle mie responsabilità ma credo che la questione riguardi un po? tutta l?azione di governo e non soltanto la Giustizia e sarebbe interessante che qualcuno mi rispondesse su questo tema. Quanto al Beccaria, ho talmente presente la sua opera da far sì che, su mia iniziativa, il ministero ne pubblicasse una nuova edizione di cui mi pregio di fare omaggio di una copia al professor Galli della Loggia. *ministro della Giustizia


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