Non profit
Obiezioni alla legge sull’obiezioni
La Camera dei deputati ha approvato il testo sullobiezione di coscienza
Con 267 voti favorevoli, 136 contrari e 27 astenuti, lo scorso 14 aprile la Camera dei deputati ha approvato il testo sull?obiezione di coscienza. Esattamente 440 giorni dopo averlo ricevuto dal Senato! La soddisfazione è dimezzata, ma non solo per i tempi lunghi: infatti, se da un lato sta per vedere la luce (quando potremo festeggiare la nascita di questa riforma attesa dai non violenti da 18 anni?) una legge importante, che per la prima volta riconosce il diritto soggettivo all?obiezione di coscienza, che smilitarizza il servizio civile, e che lo rende internazionale, permettendo agli obiettori di partecipare a missioni all?estero e di sperimentare missioni alternative di difesa; dall?altro alcuni emendamenti voluti proprio dal governo e ratificati dalla maggioranza fanno compiere a un testo già precario, perché in discussione al Parlamento dal 1992 quando il presidente Cossiga lo rinviò alle Camere, molti passi indietro sul versante del diritto. Innanzitutto perché il ministro Andreatta (che aveva sempre assicurato, sia in un suo intervento sul ?Popolo? del 29 novembre dello scorso anno, che nell?incontro avuto il 15 dicembre con le associazioni) che il governo avrebbe presentato solo due emendamenti, invece ne ha depositati ben 12. E soprattutto perché questi emendamenti sono un vero obbrobrio legislativo.
In particolare è stato ridotto il tempo per presentare la domanda di obiezione da 60 a 15 giorni; inoltre la domanda non sospende più, come avviene anche adesso, la chiamata alle armi. Viene tolto il silenzio-assenso sulla domanda di obiezione e viene introdotta una durata variabile del servizio civile in base alla formazione prevista dalla convenzione tra ente e Ufficio per il servizio civile nazionale. Struttura che manterrà per i primi due anni un cordone ombelicale con l?Amministrazione della difesa.
Queste sono modifiche lesive del diritto all?obiezione che in alcuni casi diventano addirittura non conformi alla Costituzione. Noi ci auguriamo che il Senato possa correggere questi errori in tempi rapidi, in modo da permettere poi alla Camera di mettere la parola fine a questa ?storia infinita? (tutti i lettori di ?Vita? sanno che oggi in Europa siamo ormai l?ultimo Paese a ratificare una legge che riconosce il diritto soggettivo all?obiezione), per dare una risposta ai 350 mila giovani che dal 1972 a oggi hanno difeso la Patria senza imbracciare un fucile, e ai 3.500 enti che permettono a questi giovani di lavorare per sostenere i diritti dei più deboli di questo Paese, e per tutelare il patrimonio artistico e ambientale, per ora in Italia, e domani in tutto il mondo.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.