Welfare

Pronti i primi 350 braccialetti elettronici per detenuti

Il braccialetto e' collegato ad un ricevitore che sara' ospitato nell'abitazione del detenuto agli arresti domiciliari. Se esce, invia un segnale alla centrale

di Gabriella Meroni

Sono pronti i 350 braccialetti elettronici (che bisognera’ ribattezzare visto che saranno applicati alla caviglia) che il ministero dell’Interno mette a disposizione delle Procure di 5 citta italiane: da subito Roma, Milano, Napoli e Catania e tra 15 giorni anche Torino. ”La sperimentazione di questo strumento, che non e’ la panacea per tutti i mali della criminalita’ – ha spiegato il ministro Enzo Bianco, presentando nella sala operativa della Questura di Roma il prototipo – prevede 75 braccialetti per ogni provincia piu’ altri 50 a disposizione. Il controllo dell’ apparato di sicurezza che accompagna l’applicazione del braccialetto, che si va ad aggiungere alle altre nuove tecnologie a disposizione delle forze dell’ordine, sara’ assegnato in ogni citta’ nella misura di 34 alla Polizia di Stato, 34 ai carabinieri e 7 alla Guardia di Finanza”. Il braccialetto, in materiale anallergico e con un sensore a fibre ottiche, pesa pochi grammi ed e’ collegato ad un ricevitore che sara’ ospitato nell’abitazione del detenuto agli arresti domiciliari. In caso di manomissione o di allontanamento del detenuto dal raggio di azione stabilito il ricevitore invia un segnale alla centrale operativa collegata e scatta l’allarme. Non e’ la panacea, dunque, ma come sottolinea Bianco ”dal braccialetto ci aspettiamo maggiore sicurezza e la ragionevole certezza che chi e’ agli arresti domiciliari non vada per la strada a commettere altri reati”. C’e’ poi l’obiettivo di ridurre ”considerevolmente”, secondo il ministro, gli uomini assegnati al controllo dei detenuti ai domiciliari. ”Attualmente per vigilare su 350 detenuti che scontano questo tipo di pena alternativa noi impieghiamo una cinquantina di pattuglie, due uomini a pattuglia e si arriva a 100 uomini al giorno sottratti al controllo del territorio. Il costo attualmente e’ dunque altissimo e il livello di sicurezza piu’ basso”. ”Il braccialetto, il cui costo nella fase sperimentale e’ di 60 mila lire al giorno per il noleggio e la manutenzione dell’intero apparato, ci consente dunque un risparmio di uomini e la ragionevole certezza che il detenuto non si allontani dal posto che gli ha assegnato il giudice”. ”Tra 45 giorni poi – ha aggiunto Bianco – faremo una prima valutazione della fase sperimentale per decidere se allargarne l’applicazione ad altre citta’ ed eventualmente passare dal noleggio all’acquisto e alla gestione diretta dello strumento. Cio’, infatti, comporterebbe un abbattimento dei costi”. Il ministro, inoltre, conta molto sull’effetto sicurezza che l’ introduzione del braccialetto potra’ avere sui cittadini. ”I reati commessi dai detenuti agli arresti domiciliari creano, infatti, sempre molto allarme sociale”.


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