Sembra non aver mai fine l’ emorragia di posti di lavoro negli Stati Uniti, vero e proprio tallone d’ Achille nell’ attuale congiuntura economica di oltreoceano.
Oggi e’ stato infatti comunicato dal Dipartimento del Lavoro che nel mese di luglio sono stati persi altri 44.000 posti, anche se il tasso di disoccupazione e’ sceso al 6,2% contro il 6,4% precedente, che a sua volta rappresentava il livello massimo dal mese di aprile del 1994. Si tratta del sesto mese di fila che l’ economia statunitense perde posti, inoltre da inizio anno il bilancio e’ in ‘rosso’ per circa 486.000 posti. In aggiunta a questo, da quando e’ finita la recessione (novembre 2001) ed e’ iniziata la sia pur controversa ripresa attualmente in corso, sono stati quasi un milione i lavoratori che hanno perso il posto negli Usa.
Il dato odierno sembra essere in controtendenza rispetto al fatto che il tasso di disoccupazione e’ invece sceso, piu’ di quanto non si aspettassero gli analisti, i quali puntavano sul 6,3%. Infatti, il tasso e’ calato come diretta conseguenza dell’ uscita dalla forza lavoro di 556.000 soggetti, la ‘fuga’ piu’ consistente dal mese di maggio del ’95. Si tratta di persone che, ormai scoraggiate, considerano un miraggio trovare un posto di lavoro e di conseguenza non vengono piu’ rilevate. Va considerato inoltre che i due dati comunicati contestualmente oggi, vale a dire andamento del tasso di disoccupazione e posti di lavoro persi (o creati) dal sistema, sono il prodotto di due diversi tipi di elaborazione. In particolare, il tasso di disoccupazione viene elaborato sulla base di un sondaggio telefonico fatto su un campione di 60.000 nuclei familiari. Al di la’ di tutto questo, dai dati odierni e’ risultato inoltre un peggioramento della situazione relativamente al precedente mese di giugno, in quanto le statistiche finali hanno indicato in questo caso una contrazione di 72.000 posti di lavoro, nettamente piu’ ampia rispetto ai -30.000 delle cifre provvisorie.
Insomma, il mercato del lavoro continua ad attraversare negli Usa una grave crisi, anche se alcuni segnali venuti di recente dall’ andamento della consueta rilevazione settimanale sulle richieste di sussidio di disoccupazione (scese sotto quota 400.000) sembrerebbero indicare un alleggerimento delle tensioni. In ogni caso, appare allo stato attuale problematico che il sistema economico a stelle e strisce possa riprendere ad assorbire con disinvoltura disoccupati, perche’ per far questo si richiede un tasso di crescita assai piu’ elevato dell’ attuale (e non e’ detto che anche in presenza di questo presupposto l’ occupazione debba automaticamente ripartire).
L’ attenzione e’ adesso per la prossima riunione del Federal Open Market Committee della Fed, fissata per il 12 agosto, che potrebbe anche decidere un’ ulteriore riduzione dei tassi. Dal canto suo la Casa Bianca si e’ detta oggi ”non pienamente” soddisfatta per il calo del tasso di disoccupazione, proprio perche’ l’ economia continua a perdere posti. L’ amministrazione Bush fara’ di conseguenza tutto il possibile affinche’ il recupero economico in atto non si traduca in una ”ripresa senza lavoro”.
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