Famiglia

Adozioni: garante privacy, più misure di sicurezza

Maggiori garanzie e tutele per i dati sui minori adottabili

di Paolo Manzo

Maggiori garanzie e tutele per i dati sui minori adottabili. In vista dell’archivio che sara’ costituito presso il Dipartimento per la giustizia minorile, il Garante della privacy fissa i ‘paletti’ chiedendo misure di sicurezza piu’ adeguate. E lo fa in un parere dato al ministero della Giustizia che sta mettendo a punto il regolamento per la banca dati degli adottabili, istituita nel 2001 dalla legge 149. In un’unica banca dati, il cui obiettivo e’ migliorare le procedure di adozione e accelerarne i tempi, confluiranno dati personali e sanitari, informazioni su condizioni socio-familiari, livelli di reddito e culturali relativi a minori adottabili, coniugi e single che aspirano all’adozione sia nazionale che internazionale. Nella banca dati degli adottabili confluiranno automaticamente, tramite i registri informatizzati degli uffici della giurisdizione minorile (tribunali, procure, giudici tutelari ecc.), delicate informazioni riferite ai soggetti che concorrono alla procedura di adozione. L’accesso alla banca dati sara’ probabilmente riservato ai magistrati del settore minorile, al personale giudiziario autorizzato e, limitatamente ai loro dati personali, agli interessati. Nel parere inviato al ministero di via Arenula, l’Authority ha sottolineato la necessita’ di introdurre alcune modifiche per rendere il regolamento ”piu’ conforme ai principi in materia di privacy”. Ha chiesto quindi che vengano ”specificati nel dettaglio i soggetti che possono trattare i dati personali necessari per il funzionamento dell’archivio informatico, chiarendo quali sono quelli in concreto autorizzati a inserire o modificare i dati”. ”Particolari garanzie” dovranno essere previste per le informazioni di provenienza extragiudiziaria, evitando riferimenti a generiche informazioni utili al procedimento. Inoltre, l’identificazione e la ‘tracciabilita” dei soggetti che hanno accesso alla banca ”non dovrebbero essere realizzate attribuendo ai soggetti un codice di identificazione”. La disciplina infatti, oltre ad essere oggetto del Codice sulla privacy di recente approvazione, richiede ”specifiche garanzie e una attribuzione selettiva anche secondo la precedente normativa nazionale e comunitaria”. I dati da inserire nella banca dati, infine, vanno indicati ”puntualmente senza margini di discrezionalita”’ e, per quelli sensibili, e’ stata sottolineata ”l’opportunita’ di prevedere piu’ livelli di accesso ai dati per fasce di utenti differenziate, nonche’ di specificare anche le operazioni che con tali dati possono esser eseguite all’interno della banca dati”.


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