Welfare

Falsi invalidi o falso problema?

Il commento di Franco Bomprezzi sul problema del reale accertamento dell'invalidità.

di Franco Bomprezzi

Tagli e ritagli. Niente di nuovo sotto il sole. Puntuale anche quest?anno (cambiano governi e maggioranze, ma le idee fisse non si toccano) arriva la campagna contro i falsi invalidi. Si badi bene: alzi la mano chi è a favore degli abusi e delle certificazioni di comodo. Nessuno, ovviamente. Tanto meno io che, fino a quando ho potuto, ho chiesto di non venire dichiarato ?invalido al 100 per cento?, dal momento che volevo lavorare come giornalista, categoria nella quale non esistono assunzioni né obbligatorie né mirate (per la verità ormai non esistono neppure assunzioni normali). Il fatto è che dietro questo tormentone della ?lotta ai falsi invalidi? si cela un ragionamento negativo e grave: ossia si fa capire all?opinione pubblica che i disabili sono un peso economico (7,6 miliardi di euro l?anno) e che dunque, se siamo in crisi, la colpa è anche loro e delle loro famiglie, che pretendono pensione, indennità di accompagnamento e altri ?privilegi?. Ma non basta: si afferma senza giri di parole che il fenomeno è più grave al Sud (con quel che segue in tema di luoghi comuni). Nessuno si preoccupa di dire che si attende da tempo immemorabile la revisione dei criteri di accertamento dell?invalidità, unico modo per estirpare alla radice il fenomeno. Nessuno dice che al Sud l?invalidità civile è comunque una soluzione rispetto alla miseria da disoccupazione certa e cronica per chi non è efficiente al 100 per cento. Ovviamente tutto finisce lì. E i ricorsi vinti dimostrano che questa è una battaglia contro i mulini a vento, pura demagogia. Anche se poi noi tutti abbiamo memoria di piccole e ripetute angherie, rappresentate dalla continua richiesta, a chi invalido è davvero, di dimostrarlo per l?ennesima volta, ripresentandosi (paraplegici, tetraplegici, distrofici, disabili mentali gravi) davanti alle commissioni mediche preposte, costretti a ripetere un rito mortificante in un Paese civile. Solo le persone down e i grandi invalidi di guerra sono sottratti a questa vergogna. Per gli altri, c?è da temere un?altra stagione di incertezza. Preludio a nuovi tagli, e a un?ulteriore sensazione sgradevole, quella di essere un ?peso? per questa società di ?sani?.


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