Famiglia

Liberia: “Muoiono 10 bimbi al giorno per fame”

La testimonianza di suor Maria che opera nella missione di Harbel, nei pressi della capitale Monrovia

di Redazione

Vi sono dai tre ai quattromila profughi nel compound delle Missionarie della Consolata a Buchanan, il principale porto della Liberia, a circa 90 km dalla capitale Monrovia. Lo riferisce all’Agenzia Fides suor Maria, che opera nella missione di Harbel, nei pressi dell’aeroporto della capitale liberiana. ”Questa mattina le nostre sorelle a Buchanan sono riuscite a mettersi in contatto con noi via radio, perche’ le linee telefoniche sono state tagliate – dice suor Maria – Ci hanno detto che nella citta’ continuano i combattimenti tra le truppe del Presidente Charles Taylor e i ribelli del Model (Movimento per la Democrazia in Liberia). La piccola clinica della missione e’ strapiena e ormai mancano i medicinali. Tra i rifugiati accolti nella missione molti provengono da Monrovia, dove erano fuggiti dagli scontri tra l’esercito e l’altro gruppo di guerriglia, il Lurd (Liberiani Uniti per la Riconciliazione e la Democrazia)”. I combattimenti continuano anche a Monrovia. ”I colpi di mortaio uccidono almeno dalle 8 alle 10 persone al giorno – dice padre Mauro Armanini, Provinciale della Societa’ delle Missioni Africane (Sma) – Sono soprattutto civili a essere uccisi, la maggior parte dei quali nella zona delle ambasciate dove cercano disperatamente un rifugio. La situazione umanitaria e’ ormai insostenibile”. ”Una tragedia di proporzioni inaudite si sta svolgendo nello stadio di Monrovia – afferma Suor Maria – Nelle struttura sportiva vi sono dalla 40 alle 50mila persone, rifugiate sotto un solo cocente, senza acqua ne’ cibo. Una persona che proviene da li’ ci ha riferito che vi muoiono almeno 10 bambini al giorno, per la fame, la sete e le malattie”. ”Un chilo di riso che prima costava 5 dollari liberiani ora costa 100 dollari. La gente e’ costretta a rubare per potere mangiare”, dice ancora padre Mauro. ”Si stanno diffondendo malattie come il colera perche’ l’acqua e’ infetta – fa eco suor Maria – L’acquedotto non funziona e i pochi pozzi esistenti sono inquinati, perche’ vi sono stati gettati dentro i cadaveri delle persone uccise. I ribelli stanno commettendo violenze inenarrabili, soprattutto contro le donne. Abbiamo saputo di mutilazioni e violenze sessuali. I liberiani si sentono defraudati della propria dignita’ da questa guerra assurda”. ”Non crediamo piu’ alle promesse della comunita’ internazionale – dice padre Mauro – almeno finche’ non vi sara’ un intervento concreto”. Una missione di ricognizione nigeriana e’ arrivata a Monrovia per verificare la possibilita’ di inviare una forza di pace africana. In Ghana si svolge oggi una riunione dei 15 paesi membri della Comunita’ Economica dell’Africa Occidentale (Ecowas) per discutere di un intervento africano in Liberia. L’arcivescovo di Monrovia, mons. Michael Kpakala Francis, ha rivolto una pressante appello al Congresso degli Stati Uniti, perche’ Washington si assuma le proprie responsabilita’ nella crisi liberiana.


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