Non profit

È un “Punto verde” il punto di partenza

Nel quartiere di Centocelle dal 1992 c’è un servizio di cui hanno già usufruito trecento piccoli latinoamericani, africani e asiatici. Qui si gioca e si può imparare che la diversità è una ricchezza

di Paolo Giovannelli

Tito, perché ti piace il ?Punto verde?? «Perché giochiamo a calcio e a schiacciacinque» risponde sicuro il bambino peruviano di nove anni. «Poi», continua «perché mangiamo la pasta mentre a casa la mamma fa sempre la verdura». E a te Omar? Di fronte c’è stavolta un ecuadoriano undicenne. «Là incontro miei compagni latino-americani e altri amici stranieri. Ci parlo in italiano. E perché, anche se ci rimproverano, non ci mettono mai in punizione». Bambini protetti che cresceranno adolescenti sicuri e adulti responsabili. Il ?Punto verde?, centro di aggregazione e di animazione culturale per bambini immigrati, si trova a Roma: un importante ?filtro? fra mondi diversi, nel mezzo del quartiere periferico di Centocelle. Ma per i figli degli immigrati l?inserimento in Italia resta difficile: si va dai problemi psicologici originati dalla doppia lingua e cultura, alla vergogna per l?umile tenore di vita rispetto ai coetanei italiani. «Volevamo aiutare le donne immigrate. Alla fine ci siamo ritrovate a fare qualcosa di divertente ed educativo per i loro figli». A parlare è Pilar Saravia, peruviana, una delle ideatrici del ?Punto verde?. Il centro è in funzione a Roma dal 1992 e proprio in questi giorni ha riaperto le iscrizioni per I?imminente periodo estivo. Componente dell’Associazione donne straniere ?lnsieme?, Pilar Saravia, assieme alla colombiana Nancy Tatiana Gutierrez, ha ora curato anche un libro intitolato ?Punto verde, un?esperienza didattica di donne straniere a Roma? (edizioni Anterem): oltre a riassumere le varie tappe dell’iniziativa, offre spunti di riflessione sulla condizione dei minori immigrati in una grande città. «Specialmente per le mamme sole», le fa eco la stessa Gutierrez, «gravate da ristrettezze economiche e dall?assoluta necessità di lavorare, il ?Punto verde? ha davvero costituito un aiuto concreto. Per gente che guadagna appena un milione al mese e anche meno, spesso facendo lavori come la domestica, o la cameriera tuttofare, la principale necessità era poter affidare i figli in mani amorevoli ed esperte e, al tempo stesso, di poter continuare a lavorare per mantenerli. Ma il ?Punto verde? svolge anche un importante ruolo interculturale». Infatti le sue operatrici, donne immigrate dalle diverse origini culturali, etniche e religiose (nove latino-americane, sei asiatiche e tre africane, età media 35 anni, residenti in Italia da almeno cinque anni e di professione sociologhe, avvocatesse, documentariste), spronano i bambini alla conoscenza dei la lingua, della storia e della geografia del Paese da cui provengono, proponendo giochi e racconti tradizionali del continente d?origine, spesso coinvolgendo anche i parenti: ad esempio i nonni narrano una favola nella lingua madre che poi i bambini devono ripetere in italiano. L?obbiettivo, grazie anche al laboratorio di disegno e di pittura, è favorire negli iscritti al ?Punto verde? la consapevolezza che la diversità è un arricchimento reciproco. In sei anni hanno usufruito del ?Punto verde? oltre 300 bambini, di età fra i 5 e i l4 anni.I più assidui nella presenza, quelli latino-americani e africani, quasi del tutto assenti i piccoli cinesi e pakistani. Il programma del ?Punto Verde? è sostenuto dalla Commissione europea, dal ministero della Pubblica Istruzione, dal Comune dì Roma e dal Forum per l?intercultura della Caritas diocesana. Per informazioni e iscrizioni, ?Punto verde?, tel. 06/2426503. Per donazioni: c/c bancario 17611, Bnl filiale di Roma, via dei Corso 473 intestato ad Associazione donne straniere ?Insieme?, via C. Mariani 5, 00135 Roma , tel. 06/3385856.


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