Famiglia

Il caso Washington

Casa Bianca con vista su miseria e povert

di Redazione

ll Washington horror tours inizia a poca distanza dalla Casa Bianca, in un ghetto che non ha nulla da invidiare alle hometown del Sudafrica in piena apartheid. La capitale federale degli Stati Uniti (4 milioni di abitanti) ha gli stessi tassi di mortalità infantile e di criminalità dei Paesi del Terzo mondo. Fra la Massachussetts Avenue e la 19esima strada, si respira puzza di cadavere. Gli abitanti delle baracche, situate a ridosso dell?obitorio, sanno che neanche sulla soglia dell?eternità sarà riservato loro un trattamento degno. I pavimenti dell?obitorio sono appiccicosi e puzzolenti, residui di macchie di sangue e liquidi corporei. Contenitori di cadaveri squarciati e gettati sul pavimento. Fuori, spazzatura sparsa per le strade e silenzio. Il sindaco è un nero, ma vorrebbe mandare sulla sedia elettrica anche i minorenni colti in fragrante mentre spacciano droga mentre della polizia si dice che arresti meno delinquenti di quanti ne abbia al suo interno.
Washington è una città che ha fatto del disprezzo verso la maggioranza dei cittadini il suo emblema. Washington come Mexico City: la differenza è che la capitale americana non ha industrie che la inquinino in quanto la sua unica industria è il governo, fatto e pensato per una piccola minoranza d?élite. Nessuno lavora nella 19esima strada, ma a nessuno sembra importare qualcosa. E poi si sente sempre quella maledetta frase: «Nothing happens», non succede niente. La linea della metropolitana è molto pulita, ma un bambino su tre patisce la fame e si trova nelle stesse condizioni di vita di un bambino haitiano: fra Port au Prince e la 19esima strada c?è molta distanza, ma i loro abitanti hanno in comune la povertà e il colore della pelle. Qualche mese fa è morto un detenuto, nel carcere del Distretto di Columbia: malato di Aids, era recluso nella sezione per detenuti pericolosi, era legato, non aveva posate per mangiare e per cibarsi usava delle logore vecchie carte da gioco.
Gli agenti hanno detto «We don?t give a damn», non ce ne frega niente. Qui le scuole sono quasi vuote, i tassi di analfabetismo altissimi, gli acquedotti intasati, l?acqua potabile un cocktail di batteri e cloro; la posta ha dovuto chiudere perché i ratti stavano divorando tutta la posta. Le ambulanze e le cisterne dei pompieri sono arrugginite e tutti aspettano la neve perché così almeno la spazzatura non si vedrà, ma il tanfo dei cadaveri rimarrà. I ragazzini stanno per strada a vendere e usare droga e fare battute necrofile. La tubercolosi si sta diffondendo, nel marzo del ?97 i casi di Tbc sono aumentati del 36%, ma in città e soprattutto qui fra la 19esima strada e la Massachussetts avenue non ci sono veicoli per portare farmaci.
Questi sono i colori dell?altra faccia dell?America: i senzatetto sono cresciuti in maniera allarmante e le amministrazioni locali non sanno far fronte alle emergenze, come conferma un sondaggio della U.S. Conference of Mayors, l?associazione che riunisce i sindaci dei principali centri urbani Usa.
A Washington la polizia ha cassetti zeppi di indagini abbandonate quando non depistate, circa il 90%, i membri della squadra omicidi sono stati accusati dall?Fbi di inefficienza: in un anno non hanno mai portato a termine un?indagine e ben cento omicidi sono rimasti insoluti. La cultura dell?impunità e della violenza fanno da padrone.
Di tangentopoli è pieno il mondo, ma qui, nel Washington D. C., non paga mai nessuno. Il capo della polizia è un grassone bianco e non ha nulla da invidiare agli sceriffi messicani. Il sindaco protegge la polizia e la polizia protegge i criminali, ma non prova nessun imbarazzo quando deve sostenere la pena capitale per i minorenni.
Il Washington horror tour passa di qui, dove abitano i cittadini del nulla,che non sono registrati in nessun uffcio dell?anagrafe. L?anno scorso il governo federale ha stanziato ben 89 milioni di dollari per combattere il flagello che si è abbattuto sulla città: Aids, la tubercolosi, la mortalità infantile, la droga, ma il governo della città non ha usato una lira. A Washington D.C. si dice sempre: «We don?t give a damn, nothing happens», non ci importa nulla, non succede niente.
Ogni anno milioni di visitatori arrivano per vedere le gallerie d?arte e i grandi monumenti, tenuti in vita grazie solo all?interessamento del governo federale, ma poi nessuno dice che 7O mila residenti sono in carcere, e che Washington è la città del disprezzo.

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