Cultura
Buffon: il primo giorno in servizio civile
A parma nella Comunità di Betania anche il responsabile dell'Ufficio nazionale del servizio civile, Guido Bertolaso
di Redazione
Buffon è arrivato a Betania, alla comunità di recupero per tossicodipendenti di Marore, con entusiasmo e pieno di buoni propositi: “Del resto, sono cresciuto in una famiglia di veri sportivi e ricca di importanti valori umani”.
Dopo aver visitato la struttura, insieme a don Luigi Valentini, responsabile della comunità, Buffon ha raggiunto la sala conferenze per parlare direttamente ai ragazzi di Betania: “E’ la soluzione più giusta e costruttiva per quelle che sono le mie responsabilità di cittadino – ha detto Buffon – Un servizio che nasce per aiutare gli altri ma che è utile ad arricchire la mia personalità: le persone sono più felici quando capiscono di essere importanti per qualcuno. E spero di poter passare insieme a questi ragazzi momenti davvero entusiasmanti. Anche perché non si è ma soddisfatti di
quello che si è e non c’è nulla di più genuino che poter dare una mano agli altri, nel limite del possibile. La vera gioia è in se stessi. Non me ne voglia l’esercito, ma sono entrato nel mondo del calcio a 13 anni e non ho mai conosciuto appieno le reali problematiche giovanili. Il nostro è infatti un mondo a parte, per cui questo confronto è necessario”.
Un servizio che verrà programmato progressivamente, per il quale “non è la quantità ma la qualità che caratterizzerà il rapporto con i membri della comunità”, come ha spiegato don Valentini: “Fa riflettere il fatto di vedere oggi giovani che fanno scelte di questo genere. E mi pare ancor più significativo quando si tratta di giovani che hanno conquistato una posizione importante nel tessuto sociale, come Buffon e Di Vaio, scelgano di fare un servizio civile, quasi di volontariato. A maggior ragione, quando si tratta di persone che potrebbero evitarlo, grazie al ruolo che rivestono. Al contrario, il fatto di esserci assume una valenza altissima, anche come segno di appartenenza al territorio. Un gesto molto bello. La presenza qui del direttore dell’ufficio nazionale per il servizio civile, Guido Bertolaso ci garantisce la disponibilità dello Stato nel sostenere questa iniziativa”.
“Non credo che sia casuale il fatto che proprio da Parma arrivino questi segni di solidarietà – ha esordito lo stesso Bertolaso – Parma è una città che da sempre è abituata alla tolleranza. La squadra del Parma è anch’essa parte di una società che si distingue per stile e correttezza. Al di là delle ragioni personali, i motivi che hanno spinto questi calciatori ad optare per il servizio civile rispetto al servizio militare riguardano il tipo di lavoro che svolgono e la possibilità di poter fare i professionisti e, al tempo, un servizio per il Paese”.
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