Quirinale
L’apprezzamento del presidente Mattarella per l’Italia che lavora silenziosamente
Acli, ForumDD e CsvNet commentano il discorso di fine anno del Capo di Stato, che ha sottolineato il valore del mondo del Terzo settore e del volontariato: la speranza per il futuro dell'Italia. Che ora chiede politiche più adeguate per dare coerenza all'impegno e alle aspettative del nostro Paese
La preoccupazione per il presente e la speranza per il futuro. Nel discorso di fine anno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è partito da questi due aspetti che coinvolgono tutti noi. Subito un riferimento alla «violenza delle guerre. Di quelle in corso; e di quelle evocate e minacciate», ma anche alla violenza nella vita quotidiana. Poi un lungo passaggio dedicato ai giovani. In chiusura, il presidente Mattarella ha ricordato i valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. Cioè, i «valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia. Questi valori – nel corso dell’anno che si conclude – li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini», ha detto. «Li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro. Li ho riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango e cantavano “Romagna mia”. Li ho letti negli occhi e nei sorrisi dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a “Pizza aut”, promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà. O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana (don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra a soli 36 anni: in memoria di questo fautore della legalità, proprio in un bene confiscato alla criminalità organizzata, a Casal di Principe è stata aperta “Casa don Diana” gestita dal Comitato don Peppe Diana: si tratta di un Centro polivalente per la promozione sociale dedicato a giovani e adulti, ndr)».
Le Acli sono tra le prime realtà del Terzo settore che hanno commentato l’intervento del presidente Mattarella. «Le Acli accolgono con gratitudine e riconoscenza il messaggio di fine anno del Presidente Mattarella che, una volta di più si è fatto interprete dei sentimenti e delle aspirazioni degli Italiani in questa fase difficile della storia del nostro Paese e del mondo», commenta il presidente nazionale Emiliano Manfredonia attraverso un comunicato stampa. «Il nostro Movimento, impegnato da anni sulle frontiere della promozione sociale, della costruzione di una cultura di pace, della ricerca di nuove strade per la partecipazione democratica, nella ricerca sulle nuove tecnologie e sul loro impatto sulla vita concreta delle persone, si sente confortato dalle parole del Presidente ed incoraggiato a proseguire su questa strada, che poi è la stessa di quell’Italia migliore che opera spesso silenziosamente e che Mattarella addita come una delle colonne portanti della Repubblica».
«Sarebbe anche ora che il lavoro svolto dalle organizzazioni di promozione sociale su welfare, educazione, contrasto alla povertà e alle disuguaglianze, venisse pienamente riconosciuto in quanto si muove in piena coerenza con l’articolo 3 della Costituzione, in particolare col secondo paragrafo quando dice che occorre rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana», sottolinea Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum disuguaglianze e diversità. «Come Terzo settore dovremmo iniziare a pensarci così, non come quelli degli ultimi e dei fragili, bensì come quelli che rendono piena e coerente la Costituzione nella sua concretezza tra ciò che si afferma a livello teorico e ciò che viene praticato. Noi siamo una parte importante della Repubblica il cui compito è rimuovere gli ostacoli presenti in ambito sociale. Partendo da qui, bisogna fare un ribaltamento culturale che renda poi coerenti le parole del Capo dello Stato: se questa è la speranza, sua e di tutti noi, occorrono politiche che rendano la speranza non una cosa straordinaria ma una cosa ordinaria. Troppo spesso le realtà raccontate dal presidente Mattarella rimangono straordinarie, perché lo sono, ma non riescono a diventare ordinarie perché non hanno politiche che le sostengono. Anzi, negli ultimi 30 anni, con diverse densità, tutto quello che metteva a sistema questa straordinarietà, è stato svuotato, rendendo queste cose sempre più precarie e fragili. Ma non dimentichiamoci che anche noi, con il nostro lavoro, in qualche modo facciamo politica».
Per Chiara Tommasini, presidente del CsvNet, «con il suo discorso di fine anno il presidente Mattarella, oltre alla preoccupazione per i terribili conflitti e violenze in atto, ha espresso speranza per il futuro richiamando tante preziose esperienze da lui stesso definite di “operosa solidarietà” incontrate nel corso del 2023 e che, in molti casi, hanno visto protagonisti i giovani impegnati a dare aiuto alla popolazione colpita dalle gravi emergenze che hanno interessato il nostro Paese. La sua presenza e le sue parole continuano ad essere un forte antidoto istituzionale alla disgregazione sociale a cui, cercando di far fronte con il loro impegno quotidiano, migliaia di volontari che lui ha richiamato – usando delle parole bellissime – “gruppi di sognatori che cambiano la realtà”. Il suo appello alla solidarietà come valore fondante della nostra Repubblica non può che spronarci a fare sempre di più e meglio, come Centri di servizio per il volontariato, per sostenere e valorizzare tutte quelle esperienze promosse nelle nostre comunità».
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