Un paese incantevole e variopinto, miracolosamente scampato al turismo di massa, ricco di fiumi, laghi, vulcani e spiagge vergini. È una definizione del Nicaragua, dove il turismo è diventato da poco la prima fonte di entrate del Paese, e per questo c?è già chi teme che queste bellissime parole possano non essere più attuali. A fronte di chi si è già buttato sullo sfruttamento delle lagune di Managua, però, esiste anche una rete di associazioni che, alla luce delle tristi conseguenze sociali e degli squilibri ecologici che un business senza scrupoli ha portato in altre zone dell?America Latina, sta proponendo qualcosa di diverso.
Il 10 luglio alcuni rappresentanti di questa società civile e del ministero del Turismo nicaraguense saranno a Milano per un convegno internazionale sul turismo sostenibile organizzato dalle ong Acra e Icei nell?ambito del progetto Ecotrends (info:
afnio@libero.it; telefono 02.27000291). «Hanno collaborato università, ong e associazioni, con l?obiettivo di costruire relazioni più eque fra Nord e Sud del mondo in ambito turistico», spiega Ada Civitani, coordinatrice dall?Italia del progetto, che ha ricevuto un finanziamento dall?Unione europea proprio per il suo valore di ?matrimonio? tra turismo e sviluppo in Paesi con difficoltà economiche. Ma cosa significa proporre un turismo diverso nel Paese che fa da ponte fra le due Americhe? «In Nicaragua esistono già esperienze di turismo integrato, che prevedono la partecipazione della popolazione in un?ottica di sostenibilità», spiega la responsabile di Acra. «La differenza è che oggi le istituzioni e le università sono più attente a un turismo che crea sviluppo e all?impatto ambientale».
Questo numero di Tierra è anche un viaggio in un altro Sud, quello italiano. L?autosviluppo attraverso il turismo, integrato in una rete di economia solidale, è l?esperienza concreta di Domus Amigas, un?associazione italiana di turismo responsabile. Che è riuscita a riattivare energie e lavoro in una zona dove l?economia industriale è fallita. Singolari analogie, a migliaia di chilometri di distanza.
Emanuela Citterio
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