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Sorprese. Il partito anti ogm. Transgenico, cioé trasversale
Poli e partiti in ordine sparso sul tema più caldo del momento. E' divisa Forza Italia, ma anche i Ds e Allenza nazionale. E i sondaggi...
Notizia. All?interno della maggioranza non vi è una formazione politica che abbia una linea univoca sugli ogm. In Forza Italia, il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, non perde occasione per dirsi favorevole, qualche giorno fa ha addirittura affermato che “non possiamo fare a meno degli ogm”; nelle stesse ore il suo collega di partito, Enzo Ghigo, governatore del Piemonte, ordinava la distruzione di 381 ettari coltivati a mais inquinato.
Un altro ministro, quello delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, da quando è stato nominato alla guida del dicastero non ha fatto altro che ribadire la sua contrarietà al transgenico, facendo seguire alle parole i fatti. Mentre nel suo stesso partito un altro pezzo da novanta, Adolfo Urso, vice di Marzano, non nasconde di essere a favore degli ogm; a capo della sua segreteria ha nominato Federico Eichberg, enfant prodige di An, uno degli estensori delle tesi programmatiche del partito di Fini, prossimo alle nozze con Nathalie Louise Moll, responsabile delle relazioni istituzionali di Assobiotech, l?associazione di Federchimica che cura in Italia gli interessi delle aziende del settore.
“Quello delle biotecnologie è un nuovo paradigma, non è interpretabile secondo le categorie politiche correnti, non è un argomento su cui si può mediare, o si è a favore o contro”, chiosa Ivan Verga, vicepresidente dei Vas (Verdi, ambiente e società), tra i più strenui difensori della tolleranza zero, e offre una chiave di lettura per capire quello che accade nel panorama politico nazionale quando si discute di organismi geneticamente modificati.
Anche nel centrosinistra, del resto, affiorano posizioni contrastanti: Verdi e Rifondazione sono nettamente contrari, mentre una parte dei Ds ha assunto posizioni meno rigide. La Fondazione ItalianiEuropei, think tank creato da Massimo D?Alema e Giuliano Amato, ha tra i suoi soci benemeriti, cioè tra coloro che hanno contribuito al patrimonio costitutivo versando una quota una tantum di almeno 25mila euro, la Pharmacia & UpJohn, proprietaria della Monsanto.
Nessuno argomento divide i partiti come quello delle biotecnologie, più il contatto con gli elettori è diretto e più cresce la contrarietà agli ogm. Tra i presidenti delle Regioni, ad esempio, fatta eccezione per Formigoni su posizioni neutrali, il resto dei ?governatori? di quelle a forte vocazione agricola si proclamano contrari all?introduzione del transgenico: Galan, forzista alla guida del Veneto, non ne vuol sentire nemmeno parlare, Errani e Martini, rispettivamente presidenti di Emilia Romagna e Toscana sono sulla stessa linea, Storace nel Lazio li segue a ruota.
“Dire sì al transgenico è un suicidio politico”, dice Verga, che anticipa a Vita un?iniziativa che i Vas realizzeranno insieme alle altre organizzazioni del fronte del no in occasione delle prossime elezioni europee. “Invieremo a tutti i candidati un questionario per sapere cosa ne pensano a proposito delle biotecnologie e renderemo noti i risultati di questa inchiesta”. Così potremmo scegliere tra liste ogm free e liste ?transgeniche?. Qualche settimana fa le organizzazioni contrarie agli ogm hanno avuto un incontro con Prodi nel corso del quale hanno consegnato al presidente della Commissione europea una lista di 285 firme di parlamentari in rappresentanza dell?intero arco costituzionale che hanno esplicitamente manifestato un opinione contraria al transgenico.
“Questa è la dimostrazione”, riprende Verga, “che la questione degli ogm non ha un colore politico, è un problema così dirompente che è trasversale e gode della più grande lobby che un movimento sociale abbia avuto all?interno delle istituzioni della Seconda repubblica. La politica non può non tener conto degli umori dell?opinione pubblica e i sondaggi ufficiali realizzati da Eurobarometro negli ultimi 5 anni registrano un trend crescente di contrari agli ogm”. Sarà per questo, forse, che Berlusconi, noto per la sua attenzione maniacale per gli esiti dei sondaggi, non si è ancora mai apertamente pronunciato?
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