Volontariato

Internet: un’e mail su due è spazzatura

lanciare l'allarme e' il commissario Ue alle imprese e alla societa' dell'informazione, Erkki Liikanen

di Paul Ricard

Un messaggio e-mail su due e’ ‘spazzatura’ non richiesta e il fenomeno dello spamming (l’ invio massiccio di posta elettronica non desiderata) mette a rischio il funzionamento di Internet. A lanciare l’allarme e’ il commissario Ue alle imprese e alla societa’ dell’informazione, Erkki Liikanen, che ha chiesto oggi agli Stati membri un giro di vite legislativo e tecnico per frenare il dilagare del fenomeno. Liikanen ha osservato che ”nel 2002 lo spamming ha causato perdite in termini di produttivita’ per le imprese Ue per oltre 2,5 miliardi di euro”. Secondo i dati della Commissione il 37% dei messaggi spazzatura propone la vendita di prodotti, il 24% ha contenuti pornografici, il 12% riguarda servizi finanziari e il 6% propone agli utenti affari-truffa. Per Bruxelles la valanga di mail indesiderati che si riversa ogni giorno nelle caselle elettroniche ”mina la fiducia degli utenti, riduce il ricorso all’e-mail e costringe i provider di servizi Internet a comprare piu’ spazio virtuale per trasmettere e-mail che nessuno vuole ricevere, con costi aggiuntivi addebitati agli utenti”. L’eurocommissario ha invitato i Quindici ad applicare ”con urgenza” la direttiva Ue per mettere fuori legge lo spamming, che gli Stati membri devono adottare entro il 31 ottobre prossimo. La nuova normativa introduce l’obbligo di consenso preventivo degli utenti (applicabile a messaggi e-mail, SMS e MMS) che devono esplicitamente approvare l’invio, e proibisce ai mittenti di usare pseudonimi o di mascherare l’indirizzo. L’iniziativa di Bruxelles ha trovato il sostegno del gruppo europeo delle Authority per la garanzia dei dati personali, presieduto dal garante italiano, Stefano Rodota’, che ha sottolineato i buoni progressi fatti registrare dall’Italia nella lotta allo spamming. ”Non mi spingerei fino a dire che l’ Italia e’ un esempio in questo settore – ha osservato Rodota’ – ma di certo ha recepito tempestivamente la direttiva in modo da consentire all’autorita’ garante di interventire in modo piu’ efficace di quanto non possano fare quelle di altri paesi”. ”Quello italiano e’ un modo efficace di agire – ha osservato Rodota’, rilevando che il 50% dell’attivita’ dell’authority si concentra sullo spamming – perche’ possiamo fare investigazioni autonome anche indipendentemente da segnalazioni. Inoltre quando ci viene rivolta una richiesta siamo in grado di rispondere entro due mesi al massimo e il cittadino ha la possibilita’ di ricevere fino a 250 euro di rimborso spese”. Sotto il profilo delle misure dissuasive il garante per la privacy ha osservato che in Italia ”e’ possibile applicare sanzioni amministrative e si puo’ applicare direttamente la sanzione piu’ incisiva che permette di bloccare il database. Inoltre, qualora non vengano rispettate le nostre prescrizioni,scatta immediatamente la denuncia all’autorita’ giudiziaria per l’applicazione di una sanzione penale”. In Italia, secondo Rotota’, la percentuale di messaggi indesiderati supera ormai il 50% del totale, e il paese mostra ”una situazione abbastanza a rischio”, come dimostra l’esempio di Tiscali ”che filtra ormai 800.000 messaggi al giorno, ossia circa 5 milioni di messaggi la settimana, una cifra pari a quella resa nota da America Online, che conta pero’ un numero molto piu’ elevato di utenti”. Rodota’ ha ricordato che la lotta alla ‘posta spazzatura’ nell’Ue passa soprattutto attraverso la cooperazione con gli Usa, ”paese che e’ all’ origine della grande maggioranza degli spam, come testimonia il fatto che l’85% dei messaggi e’ in lingua inglese”. Sulle difficolta’ causate dall’orientamento degli Usa verso il principio dell’opt-out, ossia della liceita’ dell’invio fino a quando l’utente non esprime il proprio dissenso, Rodota’ ha osservato che ”non sara’ facile arrivare presto a una convenzione internazionale”, ma che si registra ”un cambiamento spettacolare da parte degli Usa che cominciano ad accettare l’idea di un intervento normativo e di sanzioni penali contro i responsabili dello spamming”.


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