Volontariato

Copyright: un sistema malato secondo ricerca francese

Uscita in Francia una ricerca sulla proprietà intellettuale commissionata ai tempi di Jospin

di Emanuela Citterio

I l numero dei brevetti negli utlimi anni è esploso: 334 mila domande negli Usa nel 2001 con una crescita del 45% rispetto al ’97. Ma secondo l’economista Daniel Cohen il sistema che tutela la proprietà intellettuale nei Paesi occidentali è diventato un meccanismo malato e dannoso per la società. Dati e commenti non sono tratti da qualche sito noglobal ma sono contenuti in una ricerca pubblicata in questi giorni dal “Consiglio di analisi economica del governo francese” (www.cae.gouv.fr). Il rapporto – di cui da conto oggi un ampio articolo su Il Manifesto – si concentra su due campi: le biotecnologie e il softwer e le tecnologie dell’informazione. Il rapporto analizza il problema dei brevetti più da un punto di vista economico che morale, evidenziado disfunzioni e contraddizzioni di questo modello. Tra i casi emblematici viene citato quello relativo al brevetto della proteina ccr5. Nel 95 la società Usa “Human Genome Sciences” deposita un brevetto sul gene che contiene la proteina, senza specificazioni sulla diagnostica e sulla terapia. Mentre la domanda è all’esame, alcuni ricercatori pubblici statunitensi e belgi scoprono che la proteina funziona come ricettore per la penetrazione nelle cellule umane del virus dell’Aids HIV. Ma il brevetto viene concesso alla “Human Genome Sciences” e copre tutte le funzioni della proteina, anche quelle non scoperte dalla società. Da allora la Human percepisce i diritti su tutte le nuove medicine contro l’Aids sviluppate a partire dalla scoperta del ruolo della proteina ccr5, anche se questa scoperta è stata merito di altri ricercatori, per di più di un centro di ricerca pubblico che niente aveva a che vedere con la società.


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