Famiglia

Nascono i “mediatori di pace”

L'iniziativa è stata promossa alla comunità Papa Giovanni XXIII e da Pax Christi. Il corso in programma dal 12 al 14 settembre

di Stefano Arduini

Nascono a Bagnacavallo i ?mediatori internazionali di pace?. L?iniziativa, in collaborazione con l?amministrazione comunale, è stata voluta dalla comunità Papa Giovanni XXIII e da Pax Christi. Il programma si svilupperà dal 12 al 14 settembre prossimi nell?Antico convento di San Francesco. Perché un corso per mediatori internazionali di pace? ?Con la caduta del muro di Berlino e il disfacimento del ?Patto di Varsavia? – spiegano gli organizzatori – cade la minaccia rappresentata dallo scontro tra blocchi contrapposti, ma cresce una realtà fatta di conflitti regionali che, per continenti come l?Africa, hanno carattere endemico. I conflitti assumono sempre più le caratteristiche di conflitti interni agli stati e portano alla progressiva disintegrazione delle identità statali. I civili , tra cui anche gli operatori umanitari e di pace, divengono obbiettivi delle operazioni militari. Con l?inizio delle guerre nei Balcani la pratica e la riflessione nonviolenta giungono a definire una nuova modalità di intervento centrata sull’intervento di diplomazia popolare , preventivo, di interposizione e post-conflitto attraverso forme di intervento civile organizzato da associazioni, gruppi informali, Ong (organizzazioni non governative, ndr) ed altre forme, che cercano un progressivo coordinamento e già realizzano modalità di cooperazione fra loro e con le agenzie dell?Onu?. Le esperienze delle Organizzazioni non governative, delle associazioni e del mondo civile nel campo degli interventi umanitari in aree di conflitto e attività di servizio civile all?estero sono ormai numerose, significative e diffuse in tutte le parti del mondo e sono moltissime le realtà anche piccole sparse sul territorio nazionale che hanno operato nel settore della pace a diversi livelli e con diverse esperienze. ?Tutto questo – proseguono gli organizzatori – a dimostrazione di una forte vivacità italiana in materia e di quanto la società civile sia in grado di operare degli interventi umanitari e di pacificazione e tutela dei diritti umani in zone di conflitto. Emerge la necessità che al necessario volontarismo ed alla capacità di improvvisazione, anche se animati da buona volontà, si accompagnino sempre più capacità professionali, conoscenze tecniche e formative adeguate?.


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