Mondo

Unione africana: le sfide di Maputo

Nomina del presidente della Commissione e Consiglio di pace e sicurezza i due nodi del vertice

di Emanuela Citterio

Si è aperto oggi in Mozambivco il secondo vertice dell?Unione Africana (Ua). 52 capi di Stato e di governo di tutto il continente si sono radunati nel Palazzo dei Congressi della capitale Maputo, dove già da giorni si svolgono incontri bilaterali che hanno disegnato il futuro assetto della nuova organizzazione africana, modellata sull?esempio dell?Unione Europea (Ue). Nel corso del vertice sarà decisa la nomina del presidente della Commissione dell?Unione Africana. “Tra i due contendenti, il presidente uscente e diplomatico della Costa d?Avorio, Amara Essy, e l?ex-presidente del Mali, Alpha Oumar Konaré, sembra che alla fine l?abbia spuntata il secondo, gradito al Sudafrica di Thabo Mbeki” scrive Giulio Albanese, direttore dell’agenzia Misna. Alla vicepresidenza sarà forse eletto un ruandese, mentre la diplomazia ha deciso che, degli otto commissari previsti, quattro saranno uomini e altrettanti donne. “E? certo, in ogni caso, che sull?esempio europeo sarà la Commissione il cuore della nuova organizzazione africana, all?interno della quale svolgeranno un ruolo decisivo Sudafrica e Nigeria” prosegue Albanese. “Un?altra partita importantissima si giocherà per il Consiglio di pace e sicurezza, uno dei principali strumenti di cui l?Unione africana potrebbe beneficiare, fortemente voluto e difeso da Mbeki. I problemi all?ordine del giorno per il Consiglio sono rappresentati dal ruolo che potrà giocare nella soluzione dei conflitti continentali e da chi ne assumerà la guida. Il Sudafrica ? il Paese africano maggiormente impegnato in azioni di peacekeeping africane ? vorrebbe controllare da vicino questo nuovo organo. Ma la grande scommessa sono i finanziamenti. Una parte consistente dei Paesi membri dell?Ua non è in grado di assicurare il regolare pagamento delle quote annuali all?organizzazione (attualmente Sudafrica, Algeria, Nigeria, Libia e Egitto contribuiscono per il 40 per cento al budget, mentre otto Paesi sono debitori per circa 40 milioni di dollari). Proprio la forza economica sudafricana potrebbe far pendere verso Pretoria l?ago della bilancia per la guida del Consiglio”.


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