Ieri Dakar sembrava un?altra città: strade deserte, il centro chiuso, nessuno al lavoro. Sono state solo alcune delle misure di sicurezza previste per l?arrivo di George W. Bush e il suo seguito. Il presidente americano ha anche portato con sé circa 2000 agenti di sicurezza, che hanno garantito la sua sicurezza in aggiunta alle forze militari e di polizia dei Paesi ospitanti. ?Il sentimento prevalente fra i senegalesi nei confronti della visita di Bush è stato un certo scetticismo? dice Anna Pozzi, inviata di Mondo e Missione, che ha assistito all?arrivo dell?auto presidenziale nel centro di Dakar. ?Il dispiegamento di forze è stato impressionante, ma tra i senegalesi non si respirava un grande entusiasmo per l?arrivo di Bush, accusato di venire in Senegal solo per trattare dei suoi interessi strategici?. L?arrivo del presidente americano è stato preceduto da una manifestazione guidata da un gruppo di studenti e intellettuali. La contestazione ha riguardato soprattutto due degli argomenti che Bush ha discusso con il presidente del Senegal: l?ipotesi dell?istituzione di una base militare americana nel Paese e l?accordo per quanto riguarda il Tribunale penale internazionale. Washington ha già siglato accordi bilaterali con 35 Paesi, soprattutto nel sud del mondo per evitare che i cittadini americani possono essere condotti davanti al Tribunale penale internazionale (Tpi). Il Senegal, tra l?altro, è stato il primo paese firmatario del trattato del 1998 di Roma che ha dato il via all?istituzione della Corte, che è stata inaugurata il 12 marzo scorso nella sua sede prescelta all?Aja (Paesi Bassi).
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