Volontariato

Ecco l’anti Bossi-Fini emiliana

La Giunta ha appena varato un progetto di legge per favorire la piena integrazione degli stranieri, che in Emilia Romagna sono oltre 200mila

di Benedetta Verrini

Uscire dalla logica della Legge Bossi-Fini per assicurare ai cittadini stranieri gli stessi diritti e doveri degli altri, non con servizi appositi ma facilitando l?accesso a quelli esistenti, nell?ambito di una politica universalistica. Questi i princìpi che hanno ispirato il Progetto di legge regionale sull?immigrazione, varato il 4 giugno dalla Giunta e che approderà per l?approvazione in Consiglio dopo l?estate. L’immigrazione straniera, in Emilia-Romagna, è un fenomeno di indubbio rilievo che tocca ormai tutti gli aspetti della società civile, avendo ormai superato le 200.000 unità (di cui 50 mila circa in attesa di regolarizzazione), cioè il 5 per cento della popolazione. ?Non si tratta di una legge-manifesto ? ha affermato l?assessore alle Politiche sociali e immigrazione, Gianluca Borghi ? ma di un quadro di riferimento per i diritti dei cittadini immigrati perfettamente in linea con le direttive europee, ed una riaffermazione delle competenze esclusive delle Regioni in questa materia?. ?La nuova normativa ? ha aggiunto Borghi ? non crea nuovi servizi per gli stranieri immigrati, in una logica di separatezza, ma facilita l?accesso ai servizi già esistenti in un contesto universalistico. Si tratta di una legge il cui iter era già stato avviato ben prima della Bossi-Fini, e non è dunque una reazione al nuovo contesto che pure ci interessa e riguarda: invece, queste norme spostano il focus, l?attenzione dai problemi dei nuovi arrivi per occuparsi dei cittadini immigrati che già risiedono in Emilia-Romagna, circa il 5 per cento della popolazione, o qui abbiano chiesto di poter vivere e lavorare?. Le innovazioni introdotte dal provvedimento in una scheda disponibile sul sito www.emiliaromagnasociale.it Numerose le innovazioni introdotte dalla legge, denominata ?Norme per l?inserimento sociale dei cittadini stranieri immigrati? e destinata a superare la precedente Legge regionale 14/90. – Un programma triennale di attività sull?immigrazione per rafforzare l?integrazione delle politiche regionali, anche in raccordo con il Piano sociale regionale e i Piani di zona. – Promozione dell?integrazione sociale attraverso la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica, con strumenti di rappresentanza nell?ambito delle istituzioni locali. – Consulenza legale contro la discriminazione razziale etnica, nazionale o religiosa, con l?introduzione di nuove tutele così come previsto da direttive europee. – La Consulta regionale sull?immigrazione avrà come vicepresidente uno straniero e dedicherà particolare attenzione alla presenza femminile, con una forte valenza simbolica a fronte dei diritti negati alle donne in diversi Paesi africani e asiatici. – Definizione di una chiara ripartizione di compiti tra Regione, Province e Comuni. – Attivazione di una nuova funzione di osservazione del fenomeno migratorio, con l?obiettivo di indicare annualmente il fabbisogno lavorativo nella regione. – Allargamento della platea dei destinatari dei servizi anche ai richiedenti asilo ed ai rifugiati. – Contributi per spese alle Province ed al Terzo settore su interventi di integrazione sociale, quali ad esempio sportelli informativi, corsi di lingua, centri ed iniziative interculturali. – Contributi in conto capitale al Terzo settore, Fondazioni e privati per la realizzazione di centri di accoglienza e alloggi sociali. – Interventi per le politiche abitative (promozione di agenzie per la casa per favorire l?incontro tra domanda e offerta, alloggi sociali, centri di prima accoglienza). La Regione intende anche promuovere forme sperimentali di intervento promosse dalle parti sociali (datori di lavoro, ento locali, sindacati) per affrontare congiuntamente il tema dell?inserimento lavorativo e della casa. – Sostegno a programmi di istruzione e di formazione professionale nei Paesi di origine dei flussi migratori. – In campo sanitario, oltre le pari garanzie, la nuova legge sancisce l?opportunità che nell?ambito degli interventi rivolti a cittadini stranieri si tenga conto delle culture dei Pesi d?origine e si sviluppino i centri di informazione. Allo stesso tempo si sottolinea la necessità di interventi volti a rispondere alle problematiche nel campo della sessualità, procreazione e nascita, oltre che ad eliminare pratiche lesive della condizione umana e dell?integrità fisica delle donne, pratiche persistenti e connesse a culture originarie.


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