Mondo

Iraq: liberati gli 11 soldati turchi catturati da Usa

Si e' risolto quello che, nelle parole dello stesso premier turco Recep Tayyip Erdogan, e' stato ''un brutto incidente'' fra Washington ed Ankara

di Paolo Manzo

Si e’ risolto quello che, nelle parole dello stesso premier turco Recep Tayyip Erdogan, e’ stato ”un brutto incidente” fra Washington ed Ankara: le forze statunitensi in Iraq hanno infatti accettato di liberare gli 11 soldati delle forze speciali turche catturati venerdi’ scorso nel nord dell’Iraq. Questa mattina il gruppo, che era stato intanto trasferito a Baghdad, e’ tornato nella citta’ del nord di Sulaimaniya, dove si trova l’avamposto dell’esercito turco attaccato dagli americani, che, a quanto e’ stato rivelato dalla stampa turca, avrebbero agito per bloccare un tentativo di assassinio del governatore curdo della citta’ petrolifera di Kirkuk. A sbloccare il caso e’ stata la telefonata avvenuta, dopo quasi due giorni di pesanti e pubbliche accuse di Ankara che ha parlato di rischio di danni irreparabili alle relazioni fra i due paesi amici ed alleati, fra Erdogan ed il vice presidente Dick Cheney. Washington ha tenuto durante questa breve crisi un profilo molto basso, non confermando pubblicamente nessuna delle notizie arrivate da Ankara, quelle della cattura come quelle del rilascio. Ma una fonte del dipartimento di Stato, citata dal New York Times, ha detto che si sta cercando di risolvere la questione velocemente e che turchi ed americani condurranno insieme un’inchiesta per fare luce sulla cattura, la detenzione e le attivita’ svolte dai militari turchi. Anche se appare quindi scongiurata una grave crisi delle relazioni dei due paesi gia’ messe a dura prova dal rifiuto espresso lo scorso marzo dal parlamento turco di concedere il passaggio sul proprio territorio ai militari americani diretti in Iraq, l’incidente e’ il segnale di una certa crescente insofferenza degli americani per la presenza delle forze turche presenti nel nord dell’Iraq. I turchi, nella regione sin dalla fine della prima guerra del Golfo, principalmente per combattere la guerriglia curda, non appartengono alla coalizione guidata dagli Stati Uniti e, si lamentano gli ufficiali statunitensi, quindi non sono tenuti ad obbedire agli ordini del Comando centrale.


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