Non profit

Samaritani buoni e cattivi

Questa lunga lettera contiene alcuni spunti interessanti sul ruolo dell'associazionismo.

di Riccardo Bonacina

La libertà di associazione è ormai ?okkupata? da chi vive e si batte in nome di valori e culture che nulla (o quasi) hanno da spartire con una visione liberale. Chi parla in Italia di ?società civile? fa parte di un mondo sempre più dominato dalle culture cattolica e terzomondista. ?Società civile?, ?Terzo settore?, movimenti, ong, sono tutte espressioni del principio di libertà di associazione che sembra perdere giorno dopo giorno il proprio significato più genuino. Per un aristocratico e liberale come Tocqueville, personaggio che poco ha in comune con gli apostoli contemporanei dell?associazionismo, “dopo la libertà di agire individualmente, l?attitudine più naturale dell?uomo è quella di unire i propri sforzi a quelli dei propri simili e di agire in comune”. E perciò il diritto di associazione è inalienabile quanto la libertà individuale in senso stretto. Ma la storia ha voluto che mentre in America i pionieri dell?associazionismo erano liberi cittadini coalizzati per fronteggiare le minacce di pubblici poteri ritenuti invasivi o inetti, in Europa il tessuto del Terzo settore si confonde da un lato con le secolari strutture corporative e dall?altro con l?illusione tutta post-sessantottina e giottina di creare una alternativa ?possibile? al libero mercato, di ?socializzare? (leggi accaparrarsi) il denaro pubblico. Se nella ?democrazia in America? l?associazione è una manifestazione della libertà individuale, inserita a pieno titolo nel mercato e diametralmente opposta alle burocrazie statali, la nostra ?società civile? si oppone al mercato e si burocratizza accettando l?obolo di Stato. Chi vuole svolgere nel terzo millennio il ruolo del ?buon samaritano? non può non leggere attentamente quel brano del Vangelo di Luca che esalta l?atto di amore volontario del viandante samaritano e non pronuncia una sola parola di condanna nei confronti del sacerdote e del levita che guardano e passano? Questi ultimi non sono bollati come infami individualisti, ma sono liberi di NON amare. Il buon samaritano con le proprie forze e risorse aiuta un bisognoso e lascia liberi gli altri di non farlo. Il cattivo ?samaritano? contemporaneo chiede al levita, al sacerdote e pure a Cesare i mezzi per compiere la propria missione ?salvifica?. è solo nell?interpretazione liberale del ruolo dell?associazionismo che esso può divenire reale strumento di indipendenza e di soluzione dei problemi. Nicola Dell?Arciprete, email Carissimo Nicola, la sua lettera lunghissima, e anche un po? confusa, contiene anche qualche buon spunto. Perciò la pubblichiamo. Anche per rilanciare una sfida davvero liberale che noi insieme ad altre 5mila realtà di Terzo settore abbiamo lanciato a Cesare, ai leviti e ai sacerdoti: quella di rendere possibile la deducibilità delle donazioni. Come in America.


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