Cultura

Cecenia, i profughi a rischio archiviazione

Alcune conseguenze del conflitto che sta insanguinando il Caucaso.

di Carlo Gubitosa

Il 20 giugno scorso a Grozny le bombe della guerriglia separatista cecena hanno distrutto la sede di un palazzo governativo, lasciando dietro di sé morti e feriti, che sui nostri giornali hanno ?fatto notizia? come sempre. Peccato che nel fragore di queste esplosioni i media abbiano ignorato altri importanti segnali d?allarme su quel conflitto, lanciati dalle agenzie umanitarie che stanno cercando di arginare la spirale di violenza del Caucaso combattendo contro le emergenze più drammatiche. Tra queste agenzie c?è il World food programme (Wfp), il braccio operativo delle Nazioni Unite per gli aiuti alimentari, che lo stesso giorno dell?attentato a Grozny ha diramato un rapporto di emergenza in cui si racconta una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che in Cecenia il programma di distribuzione dei pacchi alimentari del Wfp ha ripreso a funzionare a pieno regime, e la notizia cattiva è che in Inguscezia ci sono ancora più di 87mila profughi ceceni la cui sopravvivenza dipende anche da questi aiuti. L?Unhcr ha espresso la propria preoccupazione per i tentativi di de-registrazione di alcuni profughi ceceni presenti in Inguscezia, che corrono il rischio di essere dimenticati negli ?insediamenti temporanei? lontani dalle tendopoli della capitale Nazran. Ad esempio, le autorità locali per l?immigrazione hanno de-registrato 108 persone sui 176 residenti dell?insediamento di Vainakh. I dettagliati rapporti periodici pubblicati dall?ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), sono una preziosa fonte di informazioni per capire la realtà quotidiana di quella guerra. Info: OCHA – UN Office for the Coordination of Humanitarian Affairs ReliefWeb


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