Mondo

Africa centrale: l’appello del Papa

Il Pontefice segue "con profonda tristezza e drammatiche vicende della Liberia e della regione settentrionale dell'Uganda''

di Redazione

Appello del Papa per la fine delle violenza in Africa centrale. ”Con profonda tristezza -ha detto oggi al termine dell’udienza in piazza san Pietro- seguo le drammatiche vicende della Liberia e della regione settentrionale dell’Uganda”. ”Faccio appello all’impegno di tutti -ha scandito- affinche’ quelle care popolazioni africane ritrovino pace e sicurezza, e non venga loro negato il futuro a cui hanno diritto. Esprimo inoltre la mia vicinanza alle Chiese locali, duramente colpite nelle persone e nelle opere, mentre incoraggio i Pastori e i fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza”. Apparso in discreta forma, Giovanni Paolo II ha parlato di come l’uomo non sia ”abbandonato a se stesso”: ”le vicende delle nostre giornate non sono dominate dal caos o dal fato -ha detto- gli eventi non rappresentano una mera successione di atti privi di ogni senso e meta”. E’ Dio ”a sconvolgere la via degli empi ed a regnare sovrano su tutti gli esseri e su tutti i tempi”. Per questo l’uomo non deve cedere alla tentazione di ”’confidare nei potenti’, adottando i loro criteri ispirati alla malvagita’, all’egoismo e all’orgoglio”. Essa e’ ”una strada scivolosa e fallimentare, ”’un sentiero tortuoso e una via obliqua’, che ha come meta la disperazione”. Il Papa ricorda che nella Bibbia l’uomo ”e’ simile a un palazzo che si sgretola, ad una ragnatela che il vento puo’ squarciare, ad un filo d’erba verdeggiante all’alba e secco alla sera. Quando la morte piomba su di lui, tutti i suoi progetti si sfaldano ed egli ridiventa polvere: ”Esala lo spirito e ritorna alla terra; in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni”. Per questo l’uomo deve ”sperare nel Signore suo Dio”. ”E’ questa -ha aggiunto- la via della fiducia nel Dio eterno e fedele. E’ necessario vivere nell’adesione al volere divino, offrire il pane agli affamati, visitare i prigionieri, sostenere e confortare i malati, difendere e accogliere gli stranieri, dedicarsi ai poveri e ai miseri. E’ decidersi -ha detto ancora- per quella proposta d’amore che ci salva fin da questa vita e sara’ poi l’oggetto del nostro esame nel giudizio finale, che suggellera’ la storia”.


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