Famiglia

Infanzia: il Piano nazionale 2002-2004

Una scheda con le linee guida del documento approvato dal Consiglio dei ministri

di Redazione

Aiutare la famiglia per aiutare i bambini e gli adolescenti: questo il principio del Piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza 2002-2004, approvato dal governo nell’ultimo Consiglio dei ministri, che traccia le linee politiche in materia. Perno del documento e’ la famiglia per la quale e con la quale si prevedono interventi economici e il potenziamento dei servizi. Previste sinergie con gli enti locali e il terzo settore. Il piano – ha precisato il sottosegretario Grazia Sestini – ha una funzione ”di indirizzo. Su di esso ci sara’ un confronto con altri soggetti istituzionali e con il mondo associativo. Di risorse parleremo ai tavoli di confronto con le regioni e le parti gia’ avviati sui livelli essenziali delle prestazioni”. ”La famiglia italiana – si legge nel piano – reclama una protezione reale, concreta, attraverso il soddisfacimento dei suoi bisogni primari; reclama un intervento pubblico discreto e al tempo stesso partecipante”. Ecco allora che sono proposti: aiuti alle mamme che decidono di non riprendere il lavoro nei primi tre anni di vita del bambino; assegni familiari per l’assistenza post-partum; sostegni ai genitori che crescono i figli da soli; voucher per i bisogni del tempo libero di bambini ed adolescenti oltre che per i servizi scolastici e formativi; elaborazione di ‘piani di zona’ per l’organizzazione e la programmazione di servizi; nidi familiari e condominiali gestiti dai genitori stessi. Il documento vuole superare la logica assistenzialistica e dei ‘servizi precostituiti’ a favore di una nuova partecipazione dei genitori; si sollecita la costituzione di reti di mutuo aiuto fra famiglie; si delinea un programma di interventi da realizzare di concerto con il Parlamento, le Regioni e i Comuni. Il governo si impegna a garantire gli strumenti e le risorse per la sua attuazione. Ecco alcune delle proposte. – INFORMAZIONE. Le opportunita’ presenti sul territorio devono essere conosciute. Gli enti locali devono dotarsi di ‘punti famiglia’ che siano luoghi di ascolto per genitori fin dal momento della nascita di un figlio. – SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’. Gli enti locali devono elaborare normative in risposta alle necessita’ primarie per ”garantire una vita libera e dignitosa” al nucleo familiare. – SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ INADEGUATA. L’obiettivo e’ la prevenzione. No allo spirito punitivo. Valida la sperimentazione dell”’affido familiare allargato” che affianca la funzione di cura del minore quella di sostegno dei suoi genitori. – SOGGIORNI IN ITALIA DI MINORI PROVENIENTI DA PAESI DELL’EST. Il governo intende valutare preventivamente l’idoneita’ delle famiglie di accoglienza. – IL TEMPO LIBERO DEGLI ADOLESCENTI. Favorire le libere aggregazioni, potenziare i centri spontanei, compresa la piazza e la strada. Sostenere l’esperienza dei ‘maestri di strada’. – CONTRASTO ALLA DEVIANZA E AL BULLISMO. Negli ultimi 10 anni e’ cominciata la parabola discendente del numero dei minori denunciati penalmente. Accanto ai ”ragazzi della mafia” del sud c’e’ al nord una ”massiccia” presenza di ragazzi stranieri che commettono reati. A scuola c’e’ il bullismo, fenomeno ”che si sta estendendo all’intera famiglia tanto da diventare una forma di ‘devianza familiare’. Ogni regione dovrebbe conoscere la devianza e la criminalita’ minorile. – ABUSI, PEDOFILIA E VIOLENZA. Servono ”piani di studio” e il monitoraggio costante dei fenomeni e della ricerca. Coordinare le attivita’ delle amministrazioni pubbliche. – INTERVENTI LEGISLATIVI GOVERNATIVI. Equiparare il sostegno della maternita’ e paternita’ anche all’adozione e all’ affidamento; riformare l’ordinamento penitenziario minorile; predisporre il testo unico dei diritti dei minori; riformare la giustizia minorile e familiare prevedendo, ad esempio, la sostituzione del concetto di responsabilita’ con quello di potesta’; istituzione dell’ufficio di pubblica tutela del minore che ha il compito di garantire gli interessi dei piu’ piccoli; regolamentare il sostegno a distanza. – MINORI E TV. Per segnalare i programmi per i minori serve un codice, o meglio un marchio di qualita’, in tutte le televisioni. Ed ancora: realizzazione di un sistema informativo nazionale sulla condizione dell’infanzia; favorire la partecipazione dei bambini e degli adolescenti ai processi di elaborazione delle politiche che li riguardano; creare nuovi reparti ospedalieri per bambini.


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