Mondo

Iraq, la Marina a caccia di mine

Iniziata la bonifica delle acque di Umm Qass. Ad ora non sono stati rinvenuti materiali bellici

di Stefano Arduini

Sono iniziate nelle acque al largo del porto iracheno di Umm Qassr le attivita’ di bonifica degli ordigni esplosivi da parte delle unita’ della Marina Militare che prendono parte all’operazione ‘Antica Babilonia’. Impegnati i cacciamine ‘Chioggia’ e ‘Viareggio’, che in questa prima fase di attivita’ non hanno ancora rinvenuto materiali bellici pericolosi. Solo nasse e taniche di benzina, finora. ”Le operazioni sulle rotte d’accesso al porto continuano -spiega il capitano di vascello Silvano Canarutto, comandante dell’unita’ anfibia da sbarco San Giusto, attualmente a capo della componente navale italiana in Iraq- e finora non hanno dato esito”. Sotto il profilo della sicurezza, le regole di ingaggio restano ancorate al principio di autodifesa con l’uso minimo della forza. Elicotteri da ricognizione sono pronti ad alzarsi in volo per riconoscere eventuali natanti in avvicinamento alle navi italiane, sempre in allerta anche i gommoni leggeri del reggimento San Marco e degli incursori del Comsubin. Solo in caso di ipotetico attacco, spiega Canarutto, scatterebbero le procedure di autodifesa. Ma lo scenario attuale e’ per adesso differente. ”Si tratta di una missione umanitaria, l’uso della forza non e’ l’ipotesi di impiego per cui siamo qui”, precisa.


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