Volontariato

Good bye Lenin, il sogno perduto di Berlino

Recensione del film "Good bye Lenin".

di Giuseppe Frangi

Io vengo da un altro Paese: dice così Alexander, il giovane protagonista di questo bellissimo film, sorpresa di questa fine stagione. In realtà Alexander non viene da un altro Paese rispetto ai due piccoli fratellastri con cui sta facendo conoscenza. Sono tutti tedeschi, anche se Alexander sino a qualche mese prima della vicenda raccontata nel film era al di là del muro, a Berlino Est. Lì aveva assistito alla caduta del muro, ma senza farci troppo caso, visto che doveva assistere la mamma in coma. Quando la mamma, comunista convinta, si risveglia i medici raccomandano di non esporla a choc. Così Alexander, con commovente premura, la mette al riparo dal più grande degli choc: ciò che la storia aveva nel frattempo combinato. E costruisce per lei un piccolo mondo in cui tutto sembra essere come prima. Il teatrino naturalmente ha i suoi stupendi risvolti comici, che non vi sveliamo. Ma alla fine la messa in scena scopre un versante inatteso di serietà. Era davvero questa la libertà che ci aspettavamo?, sembrano chiedersi gli spaesati protagonisti. E cos?è quel sottile senso di nostalgia che nessuno riesce a levarsi di dosso? Alla fine il teatrino di Alexander non vale solo per la mamma. Tutti, in quei filmati improbabili, cullano il sogno di un Paese diverso, che non sta all?Est. Ma neppure all?Ovest.


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