Innovazione

Borgo Digani, il borgo del welfare comunitario

Nella città metropolitana di Bologna è stato inaugurato un centro multiservizi e accoglienza dedicato alle persone vulnerabili, ma aperto al territorio, con un agriturismo, un capiente auditorium, attività e laboratori in programma per grandi e piccini

di Veronica Rossi

Un edificio rosso con un porticato circondato da un prato. Per arrivarci c'è una strada sterrata bianca

Un complesso multiservizi e accoglienza calato nel territorio, aperto alla cittadinanza e attento ai bisogni delle persone più fragili. Sarà questo Borgo Digani, centro da poco inaugurato ad Argelato, nella città metropolitana di Bologna, a conclusione di un progetto avviato nel 2019, promosso e realizzato dalla fondazione Carisbo per recuperare a finalità sociali un complesso edilizio di sua proprietà, con un investimento totale di 4 milioni di euro, con fondi provenienti anche dalla Regione e dal Pnrr. Si tratta di un’iniziativa a forte impatto sociale, autosufficiente ma con legami strettissimi col territorio della Pianura est, distretto della città metropolitana di Bologna comprendente 15 Comuni.

A gestire la nuova struttura sarà una Società di progetto di tipo consortile che fa capo a quattro realtà: la cooperativa sociale La Venenta, la cooperativa sociale agricola Agriconcura, la cooperativa sociale Gesser e l’associazione Opera di padre Marella onlus. «Quando abbiamo letto la manifestazione di interesse ci siamo subito entusiasmati», racconta Chiara Ricciardelli, presidente della Venenta, «perché era evidente che la fondazione Carisbo valorizzasse alcuni asset che sono proprio in linea con i nostri obiettivi strategici. Borgo Digani doveva essere un progetto territorialmente circoscritto, mirato a creare un impatto sociale su un territorio specifico. Si tratta di creare legami con le persone, i cittadini, le istituzioni, le aziende e gli enti del Terzo settore che qui vivono e abitano».


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Il complesso è formato da un parco recintato e da due immobili, che hanno funzioni differenti; il primo, la Villa, sarà autorizzato – in base alla delibera regionale 564 – per diventare comunità alloggio a media intensità per adulti in carico ai centri di salute mentale e sarà convenzionato con la direzione sanitaria dei disturbi mentali e delle dipendenze di Bologna. Al suo interno, potranno trovare alloggio 15 persone, sette al piano terra e otto al primo piano – dieci sono già state individuate, cinque sono in fase di valutazione – che rimarranno stabilmente come residenti a Borgo Digani.

Una porta finestra a volta, in prospettiva centrale, dentro si intravede una sala da pranzo. Ai lati della volta, due piante ornamentali senza fiori
Il Fienile dall’esterno

«Il secondo immobile, il cosiddetto Fienile, sarà la sede della parte progettuale più innovativa e ambiziosa», continua Ricciardelli. «Al piano terra verrà avviato un agriturismo gestito dalla cooperativa sociale agricola Agriconcura, che creerà dei menù con i prodotti coltivati negli orti presenti all’interno del perimetro di Borgo Digani. In questa attività saranno coinvolte, in un percorso di inclusione lavorativa, persone con vari livelli di fragilità». Questi lavoratori potranno essere impegnati sia in cucina – quindi direttamente nella preparazione dei pasti – che nel bar e in sala, dove ci sono un totale di 60 coperti. Non si tratterà però di un luogo chiuso, fine a sé stesso, ma di una reale attività di ristorazione, aperta al territorio e alla cittadinanza, che creerà occasioni concrete di crescita, tirocinio e formazione professionale alle persone al suo interno. «Nel fienile ci sono anche tre appartamenti, che possono ospitare un totale di sette persone», fa sapere la presidente della Venenta, «che saranno dedicati a persone anziane che, pur parzialmente autosufficienti, non vogliono più vivere in contesti isolati e in generale in alloggi in cui sono da soli. In questo modo potranno avere un’abitazione in cui saranno comunque autonomi e avranno la loro intimità, ma all’interno di un contesto comunitario, dove avranno la possibilità di essere coinvolti in attività diurne, come, per esempio, i laboratori di pasta fresca, la musicoterapia o la coltivazione dell’orto».

La vera cifra di Borgo Digani è il suo essere integrato con il territorio e con i suoi abitanti: per questo durante l’estate saranno organizzati centri estivi e attività dedicate alle famiglie, come la fattoria didattica. Gli orti, a regime biologico, proporranno attività collettive, sia per ragazzi che per adulti, per promuovere uno stile di vita sostenibile, a contatto con la natura. Nella stessa direzione va l’utilizzo a cui sarà dedicata la sala polifunzionale, al primo piano del fienile, un auditorium che può ospitare fino a 90 persone. «Vorremmo creare eventi e un calendario di seminari, attività e formazioni dedicate alle aziende del territorio, alla pubblica amministrazione o a soggetti del Terzo settore», spiega Ricciardelli, «in modo che anche realtà che si occupano di qualcosa di totalmente diverso rispetto all’area sociale possano venire in contatto con Borgo Digani e quindi sviluppare qualcosa di nuovo, una ricchezza e una trasformazione per entrambi gli enti. Magari delle collaborazioni o comunque una contaminazione dei valori del Terzo settore all’interno del mondo profit e viceversa».

L'interno dell'auditorium, realizzato in legno chiaro e con sedie rosse, sulla destra una serie di pannelli bianchi con scritte
L’auditorium

Le attività, nel borgo, sono ai blocchi di partenza: mancano solo alcuni permessi dell’Azienda sanitaria, che dovrebbero arrivare a giorni. «Già prima delle feste ci auguriamo di entrare con gli utenti della comunità e degli alloggi», conclude la presidente, «mentre l’agriturismo probabilmente partirà dopo, verso il dieci di gennaio».

Foto nell’articolo fornite dall’ufficio stampa della fondazione Carisbo

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