Formazione

Cassazione: linea dura con i clandestini

L'ingresso dei clandestini va scoraggiato il piu' possibile. La Cassazione interviene sul tema immigrati e, in una sua sentenza, prosegue con la linea dura

di Paolo Manzo

L’ingresso dei clandestini va scoraggiato il piu’ possibile. La Cassazione interviene sul tema immigrati e, in una sua sentenza, prosegue con la linea dura contro i clandestini in considerazione della ”intervenuta realizzazione dell’Unione Europea”. In particolare, la Prima sezione penale, con la sentenza 27398, ha accolto il ricorso del Procuratore di Pinerolo che si era opposto all’assoluzione di un marocchino, Abdennaj H., entrato clandestinamente nel nostro Paese, che si era rifiutato di esibire i documenti di identita’ agli agenti di pubblica sicurezza. Per la Suprema Corte ”punire con la sanzione penale solo gli stranieri entrati regolarmente nel territorio dello Stato finirebbe per introdurre una situazione di squilibrio poco razionale e poco giustificabile rispetto ad una condotta certamente piu’ grave come e’ quella di chi vi si introduce clandestinamente”. Di diverso avviso era stato il gip del Tribunale di Pinerolo che, nel febbraio 2002, aveva assolto il clandestino ritenendo che ”proprio nell’ingresso clandestino nel territorio italiano” si trovava ”il giustificato motivo idoneo ad escludere la rilevanza penale del fatto commesso”. Contro questa linea morbida si e’ opposto con successo in Cassazione il procuratore di Pinerolo ed ora la Cassazione gli ha dato ragione. I giudici di piazza Cavour evidenziano come ”gli imponenti fenomeni migratori di questi ulitmi tempi, clandestini o meno, hanno imposto il riordino di tutta la materia, tenuto conto della intervenuta realizzazione dell’Unione Europea”. Una emergenza per la quale e’ necessario correre ai ripari con una linea inflessibile da parte dello Stato. Scrive infatti la Cassazione: ”Punire con la sanzione penale una condotta come quella della mancata esibizione di un documento di identita’ solo gli stranieri entrati regolarmente nel territorio dello Stato finirebbe per introdurre una situazione di squilibrio poco razionale e poco giustificabile rispetto ad una condotta certamente piu’ grave come e’ senza dubbio quella di chi vi si introduce clandestinamente”. Una ”scelta legislativa di questo tipo – precisa la Suprema Corte – ancorche’ di carattere politico e quindi discrezionale, presterebbe il fianco a possibili rilievi di illegittimita’ costituzionale”. Insomma la linea dura, secondo la Cassazione, va applicata non solo nei confronti dello ”straniero entrato regolarmente nel territorio dello Stato”, ma anche verso ”lo straniero ‘irregolare’ che la ometta per rendere piu’ difficile o comunque ritardare la procedura di espulsione”.


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