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Treu promette priorità assoluta per le pensioni di inabilità
Il ministro del Lavoro assicura che i dipendenti dello Stato che hanno diritto allassegno, lo avranno in tasca entro tempi strettissimi
di Redazione
Procedura d?urgenza e priorità assoluta per la liquidazione delle pensioni di inabilità a dipendenti di pubbliche amministrazioni. Lo assicura il ministro del Lavoro rispondendo a un?interrogazione (4-12829) presentata dal deputato di Forza Italia Maurizio Bertucci.
Grazie alla circolare n.57 dell?Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell?amministrazione pubblica (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 257 del 4 novembre) sono stati chiariti modi e tempi di attribuzione delle pensioni di inabilità ai dipendenti statali. «L?amministrazioone di appartenenza del dipendente interessato», ha spiegato il ministro del Lavoro Tiziano Treu, «una volta ricevuto l?esito degli accertamenti attestante lo stato di inbilità assoluta, dovrà inoltrare la documentazione necessaria per la determinazione del trattamento di quiescenza per inabilità alla sede provinciale dell?Inpdap che liquiderà la pensione con procedura d?urgenza e priorità assoluta».
Camera: la proposta di legge (4574) presentata da Luca Volontè del Cdu-Cdr per l?Unione democratica per la Repubblica, lo scorso 18 febbraio, sui diritti del pensionato, dell?invalido e dell?anziano, non è stata ancora assegnata alla commissione di merito.
Per tutelare pensionati, anziani, invalidi, lo Stato deve assicurare le pensioni e i servizi di assistenza, non ché facilitarne l?accesso. Questi sono i diritti delle categorie più deboli che la proposta di legge presentata lo scorso 18 febbraio da Luca Volontè del Cdu-Cdr per l?Unione democratica per la Repubblica, intende garantire. Il provvedimento stabilisce la suddivisione delle pensioni in quattro categorie: quelle costituite da contibuti, quelle di invalidità per servizi prestati allo Stato, quelle per paticolari meriti verso la collettività e quelle assistenziali. E che l?ammontare totale di queste pensioni sarà considerato un insieme indivisibile e non pignorabile per più di un quinto. I lavoratori privati devono assicurarsi contro gli infortuni sul lavoro e i costi superiori previsti dai contratti per attività ad alto rischio saranno a carico dei datori di lavoro. I fondi saranno gestiti dallo Stato, secondo le norme vigenti sulle assicurazioni private. Gli invalidi, oltre ad avere diritto al risarcimento per infortuni sul lavoro, non pagheranno le tasse sulle pensioni o sui proventi di eventuali attività lavorative e godranno di assistenza medica gratuita. Gli anziani potranno contare sull?assistenza medica gratuita a domicilio e sarà il ministero della Sanità a promuovere l?istituzione di associazioni di volontariato che si occupino del servizio. Inoltre, i cittadini con oltre 65 anni, potranno usufruire di sconti e facilitazioni per il trasporto pubblico e gli spettacoli.
Attenzione ai corsi non autorizzati e non riconosciuti, come quello triennale di specializzazione in pratica psicomotoria tenuto dall?Istituto per la formazione e la ricerca applicata (Ifra) di Bologna. Il ministro della Sanità Rosi Bindi ricorda che la figura di tecnico in pratica psicomotaria non rientra tra i profili sanitari individuati dal suo dicastero.
Dieci milioni in tre anni per specializzarsi in ?pratica psicomotoria?. L?Ifra di Bologna ai suoi iscritti. Peccato che tra le professioni sanitarie infermieristiche, tecniche e della riabilitazione disciplinate dall?articolo 6 del decreto legislativo 502/92, modificato dal decreto legislativo 517/93, non figuri quella di tecnico di pratica psicomotoria. Quindi la specializzazione conseguita all?Ifra non viene riconosciuta. Così risponde il ministro della Sanità Rosi Bindi all?interrogazione (4-14452) presentata dal deputato del Ccd Francesco Paolo Lucchese interessato a sapere se il corso in questione fosse stato autorizzato. Il ministro va oltre, ricordando che la formazione del personale deve avvenire o in strutture pubbliche o in strutture private accreditate, tra le quali non risulta l?istituto bolognese che «non ha alcuna legittimazione ad attivare corsi di formazione in materia e già questo varrebbe a togliere qualsiasi valore legale, ai fini del fututro esercizio professionale, a ogni eventuale titolo rilasciato». Il ministro non sa se all?Ifra siano state rilasciate autorizzazioni in ambito regionale che comunque, se dovessero riguardare i corsi di pratica psicomotoria, «parrebbero prive di fondamento giuridico».
Il ministero della Sanità ha messo a punto, lo scorso 27 marzo, le nuove linee guida per la riabilitazione, che stabiliscono quattro fasi. Entro due anni il ministero dovrà provvedere a emanare i definitivi percorsi diagnostico-terapeutitci delle maggiori patologie di interesse riabilitativo.
Non ci sarà più l?obbligo dell?invalidità per l?accesso alle strutture e le prestazioni a ciclo continuativo o diurno per bambini o giovani dovranno essere integrate da interventi didattici o di formazione professionale. Sono due delle novità delle nuove linee guida per la riabilitazione messe a punto dal ministero della Sanità, che disegnano una cornice certa del futuro riabilitativo del nuovo Servizio sanitario nazionale, all?interno della quale le Regioni attueranno i loro modelli. Le nuove linee guida stabiliscono che i servizi riabilitativi ospedalieri ed extraospedalieri costituiranno una rete che assicurerà la continuità delle cure, grazie al lavoro di unità operative autonome per la riabilitazione cardiologica e per quella respiratoria. Quattro le fasi della riabilitazione: prevenzione del danno secondario, riabilitazione intensiva, riabilitazione estensiva, mantenimento e prevenzione della progressione della disabilità.
Camera: il governo ha presentato, lo scorso 3 marzo, un disegno di legge (4624) per sostenere la maternità e la paternità e per armonizzare i tempi di lavoro, di cura e della famiglia. Il provvedimento è stato asseganto all?esame in sede referente della commissione Lavoro.
L?estensione a ambedue i genitori delle indennità di congedo per la maternità e la paternità e l?incentivazione di forme di lavoro flessibili, come il part time e il telelavoro, sono le proposte del disegno di legge del governo, presentato lo scorso 3 marzo, per sostenere la maternità e la paternità e per armonizzare i tempi di lavoro, di cura e della famiglia, assegnato all?esame, in sede referente, della commissione Lavoro. Il provvedimento prevede modifiche alla legge 1204 del ?71, riconoscendo a entrambi i genitori il diritto ai congedi ed estendendo il periodo di fruizione fino all?ottavo anno del bambino. Una misura che, unitamente alla dfinizione di indennità giornaliere pari all?80 per cento della retribuzione per il periodo di astensione obbligatoria e del 30 per cento fino al terzo anno del bimbo, supera la divisione tra lavoro di ?produzione? maschile e lavoro di ?riproduzione e cura? femminile. Il disegno di legge tiene anche conto delle esigenze delle imprese, incentivando la possibilità di assunzioni a tempo determinato per sostituire i genitori in congedo. Un quadro che si completa con i finanziamenti previsti per l?impiego part time reversibile, il telelavoro, il lavoro a casa. Al governo, che con questo provvedimento intende recepire la direttiva 96/34/ CE dell?Unione europea sui congedi parentali, è delegata l?emananazione di un testo unico per la tutela e il sostegno della maternità e della paternità.
Camera: sono decisamente insufficienti le risorse a disposizione del ministero dell?Indistria per agevolare l?imprenditorialità femminile, come previsto dalla legge 25 febbraio 1992, n. 25. Ad ammetterlo è lo stesso ministro dell?Industria Pierluigi Bersani, rispondendo a un?interrogazione presentata dal deputato di Forza Italia Alberto Gagliardi. I fondi finanzieranno solo il 17 per cento delle domande presentate.
Il ministero dell?Industria dovrebbe incrementare i fondi stanziati per favorire l?imprenditorialità femminile. Secondo le stime, infatti, servirebbero almeno 300 miliardi per finanziare le oltre 4.100 domande presentate dalle aziende che intendono usufruire delle agevolazioni previste dalla legge n. 25 del 1992. Finora, invece, il dicastero di miliardi ne ha destinati poco più di 46 per il 1997, 80 per il 1998 e 20 per il 1999. Davvero troppo pochi per una legge che ha suscitato un interesse così diffuso tra le aziende. Il ministro dell?Industria Pierluigi Bersani, rispondendo a un?interrogazione sul tema presentata dal parlamentare di Forza Italia Alberto galgiardi, ha riconosciuto la necessità di incrementare notevolmente i fondi a disposizione , perché l?«impatto della normativa è andato al di là di ogni possibile previsione. Se nei prossimi anni non verranno stanziati altri finanziamenti», ha concluso il ministro Bersani, «il ministero renderà nota la data entro la quale non potranno più essere presentate nuove domande».
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