Mondo
Quando università fa rima con libertà
Il professor Metai, docente di filosofia, era stato messo sulla strada. Con altri 1.500 colleghi. Ma ha continuato a tenere lezione nelle case private. E adesso forse...
di Sergio Lucci
Kabri Metai, professore di Filosofia estetica all?Università del Kosovo. Viso contratto, occhi abbassati. Metai racconta la vita dura del Kosovo. Le umiliazioni, le paure, le lotte per un domani finalmente diverso.
Nel processo di ?serbizzazione? del Kosovo iniziato da Milosevic nel 1991 era compresa anche l?eliminazione della cultura albanese dall?Università di Pristina. Il professor Metai e altre mille e cinquecento persone tra docenti e personale vario sono stati licenziati in tronco con la motivazione che un?Università serba non ha bisogno di professori di lingua albanese. Sono stati espulsi anche tutti gli studenti kossovari. Lo stesso è accaduto per le scuole di ogni altro ordine e grado.
Kabri Metai ricorda che «in quei primi giorni guardavo i miei figli chiedendomi come avrei potuto dar loro da mangiare. Ma poi ho capito che per loro come per l?intero Kosovo era vitale mantenere la nostra identità culturale. E questo era possibile solo attraverso un?Università ?nostra? come punto di partenza per il futuro». Metai e colleghi decidono così di ripartire da zero. «Abbiamo chiesto ai kosovari di aiutarci: gli studenti si sono autotassati, la gente comune ha offerto le proprie case per tenere lezioni, i pochi che avevano libri li facevano passare di mano in mano in modo che tutti potessero studiare».
Ora è iniziato un processo di restituzione delle scuole agli albanesi, che durerà quattro anni e che dovrebbe far tornare la situazione come ai tempi di Tito. Ma i serbi sono preoccupati di questo ritorno: di chi è il Kosovo? Chi ci è arrivato per primo? Chi ha diritto di starci? Per il momento l?Università di Pristina e gli uomini che la animano è diventata il fulcro di un vero e proprio movimento civico e non violento: nell?ultimo anno gli studenti di Pristina sono scesi in piazza più volte, protagonisti della lotta per l?indipendenza del Kosovo.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.