Il piano
Sei proposte contro la povertà, perché non diventi cronica
Le ha enunciate Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà, nel ripercorrere i 10 anni dell'associazione in un incontro alle Acli
di Alessio Nisi
Ritorno al principio universalistico della misura diretta di contrasto alla povertà assoluta. Rilancio di una misura nazionale rivolta a tutte le famiglie e le persone in povertà assoluta, anche quelle dei cittadini di origine straniera residenti almeno da un anno in Italia. Istituzione dell’osservatorio sulle povertà. Assumere nella legge di Bilancio gli emendamenti proposti da Alleanza contro la povertà. De-ideologizzazione la povertà (perché è un argomento trasversale a tutte le forze politiche). Infine guardare all’Europa. Sono le sei linee di impegno enunciate questa mattina da Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà, associazione che raggruppa un ampio numero di soggetti sociali (35) che hanno deciso di contribuire in maniera collettiva nel perseguire questo obiettivo: tra loro, Acli e Caritas, Action Aid, Anci, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Confcooperative.
1. Ritorno al principio universalistico della misura diretta di contrasto alla povertà assoluta
I soggetti fragili, precisa Russo, lo sono a prescindere dalle loro condizioni anagrafiche o etniche. «Si ripristini quindi quel principio che ha dal 2018 accompagnato tutte le politiche di contrasto alle povertà».
2. Il rilancio di una misura nazionale rivolta a tutte le famiglie e le persone in povertà assoluta, anche quelle dei cittadini di origine straniera residenti almeno da un anno in Italia
Occorre un trasferimento monetario, unito a una offerta di servizi territoriali sociali e del lavoro, «che rispondano a standard adeguati (non minimi) di infrastrutturazione territoriale, con personale preparato alla multidimensionalità del problema. Un modello di gestione condivisa a livello locale tra Comuni, Terzo Settore, servizi per la formazione e per l’impiego e altri soggetti, che realizzi al meglio i principi di co-progettazione e co-programmazione sanciti nella Riforma del Terzo settore».
3. Istituzione dell’Osservatorio sulle povertà
L’art. 11, comma 5 del Decreto Legge n. 48/2023, prevede l’istituzione dell’Osservatorio sulle povertà, presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali. L’Alleanza contro la povertà, aggiunge Russo, «chiede in primis che sia istituito, che gli siano riconosciuti compiti puntuali e che si dia vita a una Commissione dotata degli strumenti e dell’autorevolezza autorevolezza».
4. Assumere nella legge di Bilancio gli emendamenti proposti da Alleanza contro la povertà
5. Un gruppo interparlamentare sulla povertà
«Serve il coraggio della scrittura di un patto tra forze politiche che vada oltre questa legislatura e oltre le legislature», per aprire una «stagione nuova di confronto e di possibili soluzioni condivise. Conosciamo le difficoltà e le insidie di un percorso di questo tipo, ma ci proponiamo come facilitatori di questo processo».
Secondo Russo, «un Programma di lotta alla povertà darebbe a tutte la parti in campo il merito di aver affrontato una questione cruciale per il presente e per il futuro del Paese. Per dare forza a questo processo, valuteremo la possibilità di favorire la nascita di un gruppo interparlamentare che dia gambe e forza a questa idea».
6. Un Reddito minimo europeo
Russo ha infine fatto riferimento alla «istituzione del Pilastro sociale europeo. La Risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2023, relativa alla necessità di promuovere un adeguato reddito minimo che garantisca l’inclusione attiva, è comunque un piccolo passo avanti in questa direzione ci chiede di allargare gli orizzonti verso l’istituzione di un Reddito minimo europeo che, anche dal punto di vista della realizzazione di quell’Europa sociale non sempre percepibile, rappresenterebbe un significativo passo avanti».
Alleanza, universo composito
Nel corso del suo intervento Russo si è soffermato anche sulle peculiarità dell’Alleanza, definendola «un universo composito di esperienze e competenze capace di tenere insieme le sensibilità della comunità territoriale, con quelle della comunità nazionale, luogo nel quale la politica, in qualunque circostanza storica della vita repubblicana, è chiamata a salvaguardare i principi fondamentali di uguaglianza, di dignità e di giustizia sociale».
L’Alleanza iniziò il suo percorso lavorando ad una proposta condivisa da tutti gli aderenti, che potesse essere recepita dal legislatore. Una proposta che fu pubblicata sotto forma di documento
Antonio Russo – portavoce di Alleanza contro la povertà
Dieci anni
All’incontro ha preso parte anche il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze Sandra Savino. «Nel Governo», ricorda, «c’è piena consapevolezza» del tema. Sottolinea inoltre, «il nostro paese ha bisogno di riforme strutturali capaci di aumentare la competitività, garantire maggiori opportunità e politiche sociali realmente efficaci. La collaborazione con organizzazione come l’Alleanza contro la povertà è cruciale per garantire un approccio olistico e inclusivo. Guardando il futuro è chiaro che dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi: la povertà non è una questione isolata, ma un problema che incide su tutti gli aspetti della società ed è dovere di tutti affrontare questa sfida con determinazione».
In questi dieci anni si sono succeduti leggi e governi, noi come associazione abbiamo sempre un solo obiettivo: contrastare la povertà e avere uno sguardo sempre rivolto agli ultimi della fila
Emiliano Manfredonia – presidente nazionale Acli
L’Alleanza dunque compie dieci anni, un passaggio che è stato l’occasione per fare il punto sul percorso compiuto in questi anni, su vecchie e nuove sfide, su povertà multidimensionali e stratificate, sulla base di analisi e studi. Elementi questi sul tavolo del relatori di “Dieci anni di Alleanza contro la Povertà. Tra storia, analisi e nuove sfide”.
Il Reis, il Reddito di inclusione sociale, resta per noi la terra promessa verso la quale il cammino comincia a farsi irto e lungo
Antonio Russo
Mancano politiche strutturali
La premessa dell’incontro nella sede nazionale delle Associazioni cristiane lavoratori italiane? Spiega sempre Antonio Russo: «Dalla fine del 2013, quando Alleanza contro la povertà è nata, fino ad oggi i numeri della povertà assoluta sono cresciuti costantemente. La gravità della situazione e il trend negativo di crescita dei livelli di povertà relativa e assoluta sono confermati dal Rapporto Istat e dal Rapporto Caritas, sui dati del 2022».
Solo l’azione congiunta fra gli attori sociali impegnati su questo tema avrebbe potuto raggiungere l’obiettivo di una norma che sostenesse famiglie e persone colpite dal dramma della povertà
Carlo Roberto Maria Radaelli – presidente Caritas Italiana
Nel frattempo, precisa Russo, si sono avvicendate, in questi 10 anni, cinque misure di contrasto, «segno che una soluzione strutturale non si è ancora trovata, ma è quanto mai necessaria e urgente. A fronte di una povertà che si strutturalizza e rischia di cronicizzarsi, le vere assenti sono le politiche strutturali di contrasto alla povertà».
I numeri della povertà
L’anno scorso, 2,2 milioni di famiglie vivevano in povertà assoluta: l’8,3 per cento sul totale. Le persone in questa condizione erano circa 5,7 milioni: il 9,7 per cento sul totale. Entrambi questi numeri sono cresciuti rispetto al 2021 di 0,6 punti percentuali. Come noto, oggi la povertà trascende la sola dimensione materiale. Declinandola al plurale, infatti, si può parlare di una povertà stratificata; da quella alimentare a quella sanitaria, da quella educativa a quella lavorativa e culturale. «A dispetto della complessità appena descritta», spiega Russo, «nel Paese sta prendendo piede una visione semplificata della povertà. L’opinione pubblica connota sempre più negativamente il fenomeno, chi ne è colpito e chi prova a immaginare misure pubbliche per ridurne gli effetti negativi».
Triplicato il livello di poveri assoluti
In dodici anni, aggiunge Russo, «abbiamo triplicato in Italia il livello dei poveri assoluti», in «dieci anni, sono cambiati cinque governi e ognuno si è dato uno strumento diverso per combattere la povertà. L’ultimo ha avviato un processo di indietreggiamento rispetto al reddito di inclusione del 2017 / 2018», che introdusse nel nostro ordinamento un principio fondamentale, «le misure di contrasto alla povertà sono universali e non possono essere categoriali». Un principio, questo, che la Legge 85/2023 invece ha voluto superare. «Questo approccio produrrà una platea superiore di poveri», fino ad un milione, «e riduce le risorse investite».
Povertà a rischio cronicità
Russo non nasconde che «siamo in emergenza» e parla di «cronicizzazione delle povertà», ovvero di quella situazione per cui «una malattia non è più curabile». Vuol dire che «se non si interviene per la società la povertà può diventare un problema molto serio, recuperabile in un lungo arco di tempo». Ecco, per Russo, «una democrazia matura non si può permettere tutto questo».
Orizzonte Europa
Le misure che Alleanza contro la povertà propone guardano all’Europa. «Il numero dei poveri aumenta anche nel Vecchio Continente. Se c’è uno snodo importante è proprio il sistema di welfare: su questo sono state costruite le democrazie europee». Per Russo, «l’introduzione del Pilastro europeo dei diritti sociali va in questa direzione. È giunto il momento di pensare ad un reddito minimo europeo».
Il Pnrr, la crescita e il contrasto all’inflazione
«Non possiamo rassegnarci al fatto che nel nostro paese quasi una persona su dieci sia in condizioni di povertà assoluta», dice in un videomessaggio, Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia «Abbiamo visto che l’aumento della povertà nell’ultimo anno è dovuta in larga misura anche alla crescita dell’inflazione. Il suo contrasto è essenziale per far recuperare potere d’acquisto alle famiglie soprattutto tra le fasce meno abbienti». Per Gentiloni «il contrasto alla povertà deve accompagnarsi a un percorso di crescita e di rilancio dell’economia. Per ridurre l’incidenza della povertà assoluta è necessario che l’economia torni a crescere stabilmente e in questo senso ripeto ancora una volta che il Pnrr è una straordinaria occasione per avviare una stagione di crescita più sostenuta e duratura».
Ma accanto alla crescita ci vogliono politiche mirate di contrasto alla povertà e di sostegno ai redditi più bassi. «L’introduzione del reddito di inclusione è una delle misure di cui vado orgoglioso della mia esperienza alla guida del governo fu nel 2017, un primo passo nella direzione giusta che non sarebbe stato possibile senza la collaborazione con Alleanza contro la povertà».
Oltre i limiti, per un’azione congiunta
Gentiloni ha rimarcato come «il piano d’azione per il pilastro europeo dei Diritti Sociali evidenzia tre aspetti in particolare la povertà lavorativa, la povertà abitativa e la povertà educativa. Sapete che l’Europa sociale è un’Europa più di principi e raccomandazioni che di strumenti cogenti e operativi soprattutto a causa dei limiti alle competenze dell’Unione Europea e limiti che dobbiamo cercare di superare. Eppure l’Europa che anche in questi ambiti ha fatto dei passi in avanti». Ha infine sottolineato come l’impegno dell’Alleanza contro la povertà sia «fondamentale per continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica a monitorare l’efficacia delle politiche pubbliche e a portare avanti analisi e proposte di intervento».
In apertura foto di Pixabay. Nel testo immagini per gentile concessione di Alleanza contro la povertà
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