Formazione

Gran Bretagna e Usa contro la bonifica delle cluster bomb

Il protocollo in discussione a Ginevra, volto a imporre l'obbligo di bonifica degli ordigni rimasti inesplosi, è stato "annacquato" dalle due delegazioni. Che in Iraq avrebbero troppo lavoro da far

di Benedetta Verrini

Gran Bretagna e Stati Uniti stanno tentando di indebolire i contenuti di un trattato internazionale che dovrebbe obbligare i Paesi belligeranti a bonificare i territori dalle cluster bomb (bombe a grappolo) alla fine di ogni conflitto. La denuncia, messa in evidenza oggi dal Guardian, è stata lanciata dal Gruppo Landmine Action. Cosa sta succedendo? Da dieci giorni a Ginevra delegazioni delle Nazioni Unite sono riunite per arrivare a un Protocollo sulla bonifica degli ordigni rimasti sul terreno inesplosi al termine dei conflitti. Attualmente, anche nella Convenzione Onu sulle armi convenzionali, non è previsto nulla riguardo a questo problema. La bozza in discussione obbligherebbe ciascun Paese a pagare per la distruzione “in sicurezza” delle cluster bomb utilizzate durante il conflitto. Richard Lloyd, direttore di Landmine Action, ha detto ieri: “Piuttosto che adottare un impegno chiaro, la delegazione britannica ha semplicemente suggerito l’intento di “cooperare” per risolvere il problema degli ordigni inesplosi”. Un giro di parole per evitare di assumersi l’impegno di bonificare i territori bombardati, insomma. E c’è da capire perché: le cluster bomb sono state normalmente utilizzate anche nell’ultima guerra in Iraq e secondo le informazioni di Landmine Action le forze britanniche e americane hanno utilizzato circa 300.000 ordigni di questo tipo. Un numero significativo è rimasto inesploso. Le agenzie dell’Onu hanno stimato che centinaia di bambini iracheni sono stati uccisi o feriti dalla fine del conflitto per averli pestati o maneggiati. “Siamo delusi che la Gran Bretagna non abbia preso posizione” ha aggiunto Lloyd. “Su questo, è isolata rispetto agli altri paesi europei. Il giro di parole adottato nel documento non farà la differenza e non impedirà alle persone di saltare in aria alla fine delle guerre”. Il direttore del coordinamento ha aggiunto che la posizione britannica a Ginevra è stata contraria alle assicurazioni date dai ministri in Parlamento, i quali avevano detto che si sarebbero mossi per ottenere un protocollo effettivo, legale e vincolante. “Gli Stati Uniti sono il piuù grosso problema” ha aggiunto Lloyd. “Sul testo hanno opposto una resistenza ancora maggiore. Speriamo che cambino opinione, ma al momento Usa e Gran Bretagna puntano ad arrivare a una dichiarazione del tutto volontaria sull’intento di rimuovere le cluster bomb. Il Trattato di Ottawa, che ha stabilito la messa al bando delle mine antiuomo, richiede che gli Stati che hanno spargono mine le rimuovano dopo il conflitto. Come per le cluster bomb inesplose, il nuovo protocollo vuole estendersi anche alle granate e ad altri ordigni esplosivi. Landmine Action ha lanciato proprio oggi un report sull’estensione internazionale del problema. In esso si legge che almeno 92 Paesi sono inquinati da cluster bomb inesplose e altri residui esplosivi. www.landmineaction.org Informazioni sulla Campagna italiana: www.campagnamine.org


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