Cultura

Ancora contestazioni su Panorama e l’handicap

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera al direttore di Panorama, Carlo Rossella, scritta da una docente milanese

di Paola Mattei

Gentile Direttore, spiace vedere che il Suo settimanale sia incorso in un cosi sciocco errore ed abbia scambiato l’articolo di una sua giornalista per un pezzo da prima pagina. L’ultimo numero di Panorama infatti riporta sia il servizio fotografico dei francesi Virginie Luc e Gerard Rancinan sia il commento della Signora Stella Pende. Non mi stupisce la necessità da parte dei francesi di trattare così come in quel servizio le persone con disabilità. Al contrario di tutto il resto del mondo, il francese è l’unica lingua che, per volere preciso dei suoi tecnici della disabilità, mantiene la parola HANDICAP per marcare un gruppo DIVERSO, con scuole SPECIALI, con percorsi SPECIALI, non INTEGRATO nel lavoro. La Francia è la patria della non integrazione e, da un certo punto di vista, peggio per i suoi “handicappati”. E’ adatto quindi per il pubblico francese anche l’articolo della Sua giornalista che invece si rivolge agli italiani, che, per esempio, hanno abolito da 20 anni le scuole SPECIALI. Le PERSONE con disabilità italiane sanno che nel loro Paese, pur con tutte le difficoltà che ci sono, il concetto di integrazione è parte del patrimonio legislativo perlomeno nella scuola, nel lavoro e in certe leggi che ci vengono riconosciute, a livello internazionale, come molto buone ed esemplari. Come specificato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001 con l’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) la disabilità è un concetto UNIVERSALE: qualunque persona in un momento della propria vita può avere una malattia che in contesto sfavorevole diventa disabilità. In Italia abbiamo accettato l’ICF e stiamo accettando la sfida che questo strumento propone: quando parliamo di disabilità parliamo di tutti noi. E’ uno sforzo collettivo di crescita culturale che tante persone stanno facendo con competenza, studio e fatica. Saremmo lieti di parlarne anche con i suoi giornalisti, che scrivendo in Italia devono imparare a scrivere articoli NON su persone che “vivono nell’ombra come ombre compiante”, ma su Persone. Che in Francia sono gli handicappati. In Italia sono le Persone con disabilità. Cioè tutti noi. E io la sfido, gentile Direttore, a dire che eliminare una parola da una lingua (a meno che non la si usi quando si parla di golf o di ippica) non sia uno sforzo collettivo che valga la pena di fare e in grado di generare cambiamenti. Provi a non usare la parola handicap mai più. Buon lavoro. Distinti saluti. Matilde Leonardi. Dr. Matilde Leonardi, neurologo, pediatra Curatore Edizione Italiana ICF e Responsabile Ricerca e Collaborazioni Internazionali e Progetto Disabilità Direzione Scientifica Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta Via Celoria 11 20133 Milano Italia E-mail: leonardi@istituto-besta.it


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