Cultura

Novità nel governo Blair. Due ministre per bimbi e charity

Il premier, in calo di popolarità, gioca due nuovi assi: margaret e Fiona, ministre con una missione da compiere.

di Carlotta Jesi

Chi accusa Tony Blair di aver tradito il suoi elettori in nome dell?alleanza anti Saddam con gli Stati Uniti, dovrà ricredersi. Nel primo ministro inglese, batte ancora un cuore labour. Almeno quando si tratta di fare politica interna: lo prova la nomina, annunciata il 18 giugno, di due nuovi ministri. Uno per i bambini, Margaret Hodge, e uno per le charity, Fiona Mactaggart. Ministri che sono una novità assoluta nella storia del governo inglese e anche il risultato più eclatante della cosiddetta ?Blair?s reshuffle?: un rimpasto che, oltre a cancellare la storica carica di Lord Cancelliere e con essa 1400 anni di storia costituzionale, rivoluziona il sistema di assistenza ai minori e i rapporti tra governo e non profit. Sulle orme di Mandela Per rendersene conto basta passare in rassegna le responsabilità che Blair ha affidato alla Hodge: sui servizi sociali per i bambini, sull?unità di gravidanza per adolescenti, sulle politiche per la famiglia che riguardano i minori, sui bambini a rischio e su quelli abbandonati. Competenze fino a ieri divise tra diversi ministeri e che il premier ha riunito sotto quello dell?Educazione, il dicastero in cui lavorerà la Hodge. Una labour di ferro, mamma di quattro figli, che il primo giorno da ministra ha invitato a pranzo le charity impegnate nell?assistenza dei bambini e s?è presentata così ai minori del Regno sul canale infantile della Bbc: “Squadra del cuore: Arsenal. Soprannome a scuola: moppet. Ispiratore: Nelson Mandela. Obiettivo: cancellare la povertà infantile dalla faccia della terra”. Come? L?ex consulente della PriceWaterhouseCoopers ed ex ministra dell?Istruzione secondaria, dovrà spiegarlo nel Green paper sui minori che verrà pubblicato il 17 luglio. Un documento attesissimo che riporterà le nuove linee guide del governo sulla protezione dei minori cui Londra lavora dopo lo scandalo Victoria Climbié, la bambina di 8 anni, originaria della Costa d?Avorio, uccisa dai suoi genitori, che ha fatto riflettere l?intero Paese sull?inefficienza di sistemi di protezione dei minori. Sistemi che, secondo il quotidiano inglese Guardian, la nuova ministra intende riformare seguendo il motto “un centro di assistenza per bambini in ogni comunità” e lavorando al riconoscimento di una nuova figura professionale: l?esperto di infanzia. Importantissime anche le sfide che attendono Fiona Mactaggart, la 50enne neo ministra delle charity, in forza presso il dicastero dell?Interno, famosa per essere il secondo parlamentare più ricco di Westminster grazie all?eredità del padre, un miliardario di Glasgow. Ma il record per cui Blair, suo compagno di partito, le ha affidato il ruolo di ministra del volontariato è un altro: la Mactaggart si batte per i diritti umani da una vita. Fiona degli immigrati Ai tempi dell?università, come attivista. Poi come direttrice dell?organizzazione non governativa Liberty e quindi come parlamentare. Ruolo che ha spesso criticato “per lo scarso impatto sul mondo reale” ma in cui è riuscita a strappare una storica vittoria per i diritti degli immigrati: una clausola, all?interno dell?Immigration and Asylum Act, che sancisce il diritto di appello contro la deportazione per gli stranieri che vivono nel Regno Unito per almeno 7 anni. Cosa dovrà fare come ministro per il Terzo settore, che nel Regno Unito conta oltre 600mila enti con un potenziale occupazionale che cresce del 6,7% l?anno? Innanzitutto adoperarsi perché entri al più presto in vigore la riforma della legge sulle charity, vecchia di 400 anni, che Tony Blair in persona ha presentato a ottobre dello scorso anno per traghettare il Terzo settore inglese dall?assistenzialismo all?impresa sociale. Ma i compiti di Fiona non finiscono qui: dovrà occuparsi anche dei rapporti tra volontariato e governo. Rapporti che si sono deteriorati parecchio durante la guerra in Iraq quando le ong non hanno risparmiato critiche alla politica di Tony Blair nel Golfo e hanno rifiutato i fondi stanziati dal suo governo per le sigle sociali impegnate nell?emergenza. Riusciranno le due ministre a riportare su un binario sociale la politica di Blair? In Gran Bretagna se lo augurano anche perché, bocciato in guerra all?Iraq ed europeismo, il premier è ad alto rischio di reshuffle da parte del suo partito.


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