Volontariato

Disabili, la Fish scrive a Rossella (Panorama)

Il presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap spiega perché non condivide la copertina del settimanale

di Redazione

Carissimo Direttore, chi le scrive è disabile ed ha l’onere e l’onore di presiedere una Federazione che raggruppa 32 associazioni nazionali di persone con disabilità e delle loro famiglie, impegnate da anni nella promozione dei diritti umani e civili a partire dalla non discriminazione E’ difficile parlare di diversità e comunicare in maniera corretta la vita delle persone con disabilità. L’Unione europea non si è mai sognata di intitolare un anno intero all’handicap, non fosse altro perché esso identifica l’ostacolo fisico, sociale e psicologico che si frappone tra la persona e la sua piena partecipazione alla vita della nostra società. Ha un accezione assolutamente negativa che sottolinea ancora la differenza, la distanza. Come vede, non intendo semplicemente fare dei distinguo lessicali ed etimologici. E’ sostanza, in carne ed ossa. Infatti l’Unione Europea ha intitolato l’anno europeo alle persone con disabilità, laddove l’individuo è il centro senza speculazioni parossistiche sulla sua condizione fisica, mentale o sensoriale, bensì accentuando la diversità. Ebbene sì, non tutti rientriamo nello stereotipo da copertina di rivista patinata, tanto meno nell’immagine fumettistica proposta da Panorama. I meccanismi della comunicazione li conosciamo e li usiamo biecamente se necessario. Sappiamo benissimo che Panorama intendeva colpire, sollevando un polverone: i ben pensanti saranno inorriditi, intimamente urtati e feriti nella loro normalità borghese. Ma a quale prezzo? Parlare di ombre compiante, mostrare enormi deformità ed accennare solo accidentalmente ai temi dell Anno Europeo, offende pesantemente le centinaia di migliaia di persone con disabilità e le loro famiglie, che contribuiscono quotidianamente al benessere collettivo, ad immaginare e realizzare una società basata sulla tolleranza e ad evitare impulsi estremi di auto ghettizzazione. Non vuole essere un affermazione politica, bensì intende esprimere il sentimento di persone con disabilità, familiari, operatori e tecnici, hanno provato di fronte al servizio di Panorama. Più che trattare la diversità, si è seguito il clichè della stampa scandalistica: sbatti il mostro in prima pagina e vendi copie. Il paradosso è nella sequenza delle pagine: nella copertina vi è un riquadro con un viso, nella prima pagina l’immagine intera che ritrae una donna focomelica nuda e nella seconda e terza una pubblicità patinata di abbigliamento che ritrae due modelli. La sensazione è prima di curiosità, poi di orrore e compassione, e poi di sollievo per il ritorno alla normalità . Lo è per me che di persona con disabilità ne ho viste diverse, figuriamoci per un comune cittadino. Peggio di così! Voglio però concedere il beneficio del dubbio: immagini forti ma non censurabili e l’intenzione di affrontare seriamente il tema delle diversità, seppure con errori tipici del giornalismo tuttologo. Se così dovesse essere, caro Direttore, sarebbe necessario contestualizzare le immagini e raccontare della disabilità in maniera diversa, ma con lo stesso spazio e la stessa enfasi. Non chiedo quindi che questa missiva sia pubblicata, La sollecito a fare un altro servizio ed un’altra prima pagina, magari in occasione della Conferenza di chiusura del 2003, offendo ai lettori la sfida della normalità da parte di persone con disabilità. Ma prima sarà necessario attivare forme di confronto per evitare errori grossolani di comunicazione. Il Presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Pietro Vittorio Barbieri


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