Volontariato

Iraq: reduci australiani già ammalati per uranio

Lo afferma l'esperto statunitense di armi nucleari Douglas Rokke, ex consulente dell'esercito Usa e del Pentagono

di Gabriella Meroni

Un numero ”significativo” di militari australiani, tra i 2000 che hanno servito nella recente guerra contro l’Iraq, stanno gia’ accusando sintomi della “malattia da uranio”, causata dalle munizioni a uranio impoverito usate dagli Stati Uniti. Lo afferma l’esperto statunitense di armi nucleari Douglas Rokke, ex consulente dell’esercito Usa e del Pentagono sugli effetti delle radiazioni nucleari sulla salute, giunto in Australia per un giro di conferenze. E’ la prima denuncia pubblica di ‘malattia da uranio’ sollevata in Australia dopo il conflitto. Parlando ieri sera a Melbourne, Rokke ha riferito che donne e bambini iracheni, oltre a personale militare americano, australiano e iracheno, hanno denunciato disturbi respiratori e infiammazioni cutanee dopo il recente conflitto. ”Lo dicono i rapporti che ho ricevuto dal dipartimento medico dell’esercito Usa. E’ qualcosa che deve essere verificato e studiato”, ha dichiarato. ”Quando i soldati americani si ammalano e gli iracheni si ammalano, non si puo’ pensare che i soldati australiani restino protetti, se hanno operato nelle stesse zone”, ha aggiunto. Durante l’operazione Tempesta nel Deserto del 1991, Rokke aveva guidato una squadra incaricata di neutralizzare la contaminazione da uranio causata dal fuoco della coalizione. ”Nonostante io e i miei compagni indossassimo protezioni per la respirazione e la pelle, sappiamo oggi che quella protezione non e’ servita ad impedire l’inalazione, l’ingestione e l’assorbimento di composti radioattivi”, ha detto lo scienziato, che tuttora soffre di eruzioni cutanee e di problemi respiratori, ai reni e agli occhi, collegati all’esposizione ad uranio. Rokke e’ in Australia per conferenze contro l’uso di armi ad uranio impoverito, che egli definisce ”un crimine contro l’ umanita”’. Lo scienziato si batte per la messa al bando di munizioni a uranio impoverito, per cure mediche nei confronti di chi vi e’ stato esposto, e per la decontaminazione degli ambienti che sono stati colpiti.


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