Welfare

Iran, continuano le proteste degli studenti

Universitari contro il Governo: tensione altissima. Una scheda per comprendere cosa sta succedendo a Teheran

di Redazione

La contestazione studentesca in Iran continua. Riuniti davanti al Palazzo del Majlis, il Parlamento iraniano, gli studenti chiedono la liberazione immediata dei loro compagni arrestati a Teheran e in altre 23 citta’. Saiid Babai, uno dei portavoce degli studenti ha riferito che ”le manifestazioni continuano in diverse citta’ iraniane, mentre a Teheran gli studenti sono impegnati in incontri e sit-in per ottenere la liberazione dei loro compagni, arrestati dalle forze dell’ordine o rapiti da elementi appartenenti ad Ansar Hezbollah”. Gli studenti radunati davanti al Parlamento, come i genitori che sabato si erano riuniti davanti alla moschea dell’Universita’ di Teheran, oltre alla liberazione immediata, incondizionata e definitiva di tutte le persone detenute durante le recenti manifestazioni, chiedono anche la promessa che la magistratura islamica non emetta nuovi mandati di arresto contro i leader della rivolta. Gli studenti chiedono anche l’identificazione e l’arresto degli elementi in borghese che hanno prelevato nei giorni scorsi diverse decine di studenti dai dormitori universitari e dalle loro abitazioni. ”Chiediamo anche che il Parlamento condanni ufficialmente l’aggressione contro gli studenti e il Ministero degli Interni conceda le autorizzazioni necessarie per le celebrazioni del quarto anniversario della rivolta studentesca del 9 luglio 1999, repressa violentemente”, aggiunge Saiid Babai. Gli studenti hanno dato tempo alle autorita’ fino a questa notte per accettare le loro richieste, altrimenti torneranno ad occupare le universita’ della capitale. L’Ayatollah Namazi, Procuratore Capo della Repubblica Islamica dell’Iran, ha preannunciato alla stampa locale dure punizioni per ”chiunque abbia partecipato ai disordini”. Da parte sua l’ex Presidente del Potere Giudiziario e uno degli attuali Imam del Venerdi’ della capitale, Ayatollah Mohammad Yazdi, ha definito gli studenti ‘mohareb’ o nemici della fede. Un reato punito in Iran con la pena di morte. Lo stato maggiore dei’Pasdaran’, le milizie religiose note come le Guardie della Rivoluzione, in un comunicato in cui gli studenti vengono definiti ”sabotatori” e ”nemici della rivoluzione”, chiede ”condanne esemplari e punizioni senza pieta”’. I ‘Pasdaran’, che rispondono direttamente alla Guida Suprema del paese, l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, hanno avvertito che, in caso contrario, interverranno direttamente ”per dare una lezione severa agli elementi controrivoluzionari ed ai delinquenti travestiti da studenti”. ”Il nervosismo delle autorita’ e il loro linguaggio violento”, secondo Sadegh Saba, commentatore iraniano del BBC World Service, ”e’ dovuto ai timori che i continui richiami alla rivolta contro gli Ayatollah, provenienti da Washington, possa dar origine ad una contestazione popolare e piu’ ampia, che vada oltre i recinti delle universita’ e coinvolga, oltre agli studenti, anche il resto della popolazione”. Uscendo da un incontro con il Presidente del Majlis, Mehdi Karroubi, il portavoce degli studenti ha dichiarato che, con o senza l’appoggio delle autorita’ elette, gli studenti celebreranno l’anniversario del 9 luglio. ”Anche se solo uno di noi restera’ libero”, avverte Saiid Babai, ”il 9 luglio sara’ celebrato pubblicamente”. In queste ore, diverse commissioni del Parlamento di Teheran sono riunite con i genitori degli studenti detenuti e con le rappresentanze delle organizzazioni studentesche di diverseuniversita’ iraniane. Oltre un centinaio di deputati riformisti, in una lettera aperta, hanno chiesto il rilascio immediato degli studenti arrestati, e un’inchiesta della magistratura sul comportamento delle forze dell’ordine e sull’operato degli elementi in borghese che armati di catene, bastoni e coltelli hanno aggredito e rapito gli studenti. Gli studenti universitari iraniani, in un appello alla diaspora iraniana, circa tre milioni in tutto il mondo, chiedono a ”tutti i cittadini del mondo che amano la liberta’ e la democrazia”, di celebrare con loro l’anniversario di 9 luglio. ”Crediamo che sia importante far sentire la nostra voce ad ogni singolo cittadino del mondo”, conclude Saiid Babai.


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