Volontariato

Noi, primari senza ticket

Undicimila poveri visitati nel 1997, fra i quali moltissimi immigrati. Il Poliambulatorio dei frati di viale Piave, a Milano, è un miracolo di efficienza, con ben 14 “reparti”. E quaranta dottori ch

di Roberto Beccaria

Servizio sanitario internazionale. E che funziona pure. ?Pure? perché troppo spesso siamo abituati a sentire storie di ordinaria malasanità. Ma nel Poliambulatorio dell?Opera San Francesco, più conosciuta dai milanesi come ?i frati di viale Piave?, c?è spazio solo per la sanità. Quella buona. Per gli immigrati, clandestini e non, e per i poveri. Il nuovo Poliambulatorio compie un anno. Ma è già grande. Basti una cifra: nel corso del 1997 le visite effettuate sono state 10.957, più del doppio di quelle dell?anno precedente. Quando non era ancora in via Nino Bixio 33 e quando ancora non si estendeva su una superficie di ben 250 metri quadrati. Più di 80 visite al giorno, soprattutto interventi di medicina di base. Ma i ?reparti? del Poliambulatorio sono ben 14: dalla ginecologia alla neurologia, dalla pediatria all?ortopedia, dalla chirurgia alla cardiologia. I cui ?primari? sono tutti medici, con diversi anni di esperienza in ospedali o studi privati, che hanno deciso di mettere la loro scienza a servizio dell?opera. Gratis, ovviamente. Turni di quattro ore, mattina o pomeriggio, per garantire la copertura dell?orario di apertura del Poliambulatorio, dalle 9 alle 17.30, dal lunedì al venerdì, da gennaio a dicembre.
«Ma non siamo come Madre Teresa di Calcutta. Anche se facciamo qualcosa che ci gratifica», minimizza il dottor Fabio Pagliano, cardiologo, 62 anni, 23 dei quali da primario. «È che quando si inizia ad avere una certa età, si torna indietro e si recuperano i valori che ci hanno spinto a fare i medici». Sposato con tre figlie, Pagliano è da tempo in prima linea su quelli che lui chiama «i valori giovanili». E così, dopo aver partecipato alla fondazione di un gruppo dell?Avo (Associazione volontari ospedalieri) nell?ospedale di Carate Brianza, ha visto nell?Opera San Francesco la possibilità di proseguire ad applicare il giuramento di Ippocrate. «La nostra professione è come una vocazione: vicino alla pensione, sono passato alla docenza. Ma non ero soddisfatto. C?era troppa distanza tra me e gli ideali che mi avevano mosso a fare per dieci anni l?assistente volontario in Università, appena laureato. E così sono tornato in campo».
Ma l?Opera San Francesco non è un ripiego. Il dottor Pagliano continua a visitare così come ha fatto per decenni. Solo che visita chi non può pagarsi il ticket, perché povero o perché non iscritto al Servizio sanitario nazionale. E l?iscrizione al ?servizio sanitario internazionale? non costa nulla. A chi si fa visitare. A chi visita, invece, costa una mattinata di lavoro. «C?è tanta gente che ha bisogno. E lavorando al Poliambulatorio mi sono accorto anche di una cosa che non immaginavo nemmeno: anche noi abbiamo bisogno degli extracomunitari, della loro cultura, delle loro tradizioni. E facendo il medico, non si possono mettere le mani su una persona senza sapere chi è». Anche se molti lo fanno.
Pagliano è un neofita dell?Opera San Francesco. Ha iniziato a prestare il suo servizio volontario solo dal febbraio di quest?anno. Ma c?è anche chi lavora in via Nino Bixio da molto più tempo.È il caso del dottor Guido Melodia, 55 anni, chirurgo. Una vita spesa al reparto di chirurgia d?urgenza dell?ospedale Fatebenefratelli di Milano. Che, come ammette lui stesso, non gli è mai piaciuto granché. «Era un porto di mare, non si riusciva a costruire nulla di buono, anche se ce l?ho sempre messa tutta». Tanto che poi il reparto in questione è stato addirittura abolito. E Melodia ha fatto appena in tempo a fare domanda per la pensione. «Il 1994 è stato un anno decisivo per me: ho fatto domanda di pensione e mi si parava innanzi un nuovo modo di lavorare, l?insegnamento». Ma Melodia aveva nostalgia del contatto con la gente e allora ha messo a frutto la sua esperienza. «Ho visto quasi casualmente un?inserzione sul giornale che cercava medici per il nuovo Poliambulatorio dei frati francescani. E mi sono buttato». Molti altri si erano presentati, tra cui anche due ex colleghi del Fatebenefratelli. Ora sono in quaranta. «Il fatto che fin dall?inizio conoscessi qualcuno ha facilitato anche la realizzazione di un ambiente di lavoro molto disteso. E perfino più gratificante rispetto all?ospedale pubblico».
Ma sia Melodia, sia Pagliano non vogliono essere chiamati eroi. «Tanto che io, per esempio, ho mantenuto la mia ttività privata», tranquillizza Melodia. «E io lo faccio per una gratificazione personale», aggiunge Pagliano. Ma allora perché darsi da fare? «Innanzitutto perché mi piace», dice Pagliano. «E già questo basterebbe. Ma poi è questione di fedeltà al nostro giuramento: non possiamo abbandonare in nessun caso i nostri pazienti».
Non si vogliono mettere in mostra, i medici del ?Servizio sanitario internazionale?. Ma la loro storia è bella. Per questo vale la pena di essere raccontata.

L?Opera in cifre

Il Poliambulatorio
Nuovi utenti ?97 2.657
Visite mediche ?97 10.957

Di cui:
Medicina di base 6.749
Odontoiatria 1.873
Ginecologia 459
Dermatologia 457
Medici volontari 40

L?Opera San Francesco
Nuove tessere del segretariato
sociale 3.076 (media 13 al giorno)
Pasti distribuiti 343.433 (media 942)
Docce e guardaroba 10.922 (media 52)
Volontari 207
Obiettori di coscienza in servizio 4

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