Welfare

Flick, un taglio al carcere

Pene alternative, sospensione della condanna fino a sei anni per chi è in terapia, nuovi reparti di custodia attenuata. E più servizi di assistenza sociale affidati al volontariato. Ecco la ricetta de

di Cristina Giudici

Do you remember Cinzia Merlonghi? E Gennaro Parisio? Un anno dopo la Seconda conferenza nazionale sulle tossicodipendenze, Giovanni Maria Flick spiega a ?Vita? la riforma del trattamento penitenziario dei tossicodipendenti. Fra le novità, una che più ci sta a cuore: nasce l?articolo 90 bis che impedirà il rientro in carcere di centinaia di tossicodipendenti in via di recupero. Ma non solo. Più società e meno carcere. Questa in sintesi la medicina che il ministro di Grazia e giustizia prescrive ai detenuti tossicodipendenti. Pene alternative, sospensione della condanna fino ai sei anni in caso di un programma terapeutico in corso, revisione delle sanzioni amministrative, ma soprattutto maggior ricorso ai servizi territoriali e convenzioni con enti locali e associazioni di volontariato. Il disegno di legge sarà pronto il 15 aprile, ma prima verrà sottoposto alla verifica degli esperti, la Consulta degli operatori per le tossicodipendenze. Allora ministro, siamo alla vigilia di una grande riforma? Stiamo solo concretizzando le raccomandazioni emerse dalla Conferenza di Napoli e rivedendo il sistema globale del trattamento penitenziario dei tossicodipendenti. Attraverso interventi diversificati sul territorio. Quali nuove? Allargheremo e potenzieremo i reparti verdi di custodia attenuata che oggi ospitano poche centinaia di tossicodipendenti come a Empoli, Solliciano, Secondigliano. Purtroppo le risorse che abbiamo non ci consentono di allargare questo modello a tutta la popolazione detenuta tossicodipendente, quindi dobbiamo agire soprattutto sul fronte ordinario, ridefinendo la presenza dei servizi territoriali per le tossicodipendenze (Sert, ndr) che attualmente non sono previsti in tutti gli istituti di pena Il governo pensa a una sorta di depenalizzazione dei reati minori legati alla tossicodipendenza? No, assolutamente. Da parte del governo non c?è alcuna intenzione in questo senso, anche se tra le forze che compongono la maggioranza qualcuno la pensa in altro modo. Il trattamento penitenziario dei tossicodipendenti verrà invece affrontato in maniera più progettuale, migliorando il profilo della sospensione dell?esecuzione della pena. Sarà infatti previsto un intervento più rapido da parte della magistratura di sorveglianza mediante un collegio in cui il giudice venga affiancato da due esperti per l?ipotesi di sospensione previsto dall?articolo 94. Che tipo di esperti? Due giudici non professionali che siano in grado di valutare la diponiblità dei detenuti verso programmi tearapeutici perché a conoscenza della loro situazione personale. Si riferisce all?esperienza della pretura milanese? Anche. L?esperienza di Milano, che andrebbe approfondita ed estesa, riguarda la fase processuale e cioé prevede la possibilità di arrivare alla revisione per taluni reati e alla concessione di pene alternative senza passare dal carcere. E tutti quelli che invece sono già fuori e vengono raggiunti da provvedimenti precedenti? L?articolo 90 bis prevede che le persone con un programma di riabilitazione in corso o quasi terminato e condannati a una pena fino a sei anni siano soggetti alla sospensione della pena. Cosa succederà per quei 15mila tossicodipendenti attualmente in carcere? Non siamo in grado di dare stime precise, il disegno di legge verrà completato entro il 15 aprile e sarà sottoposto alla verifica degli esperti (la Consulta degli operatori sulle tossicodipendenze, ndr). Sono stime ancora approssimative, ma ritengo che riusciremo a sottrarre qualche migliaio di tossicodipendeneti dal circuito carcerario, Ne verranno beneficiati anche i malati di Aids? Abbiamo già completato il protocollo d?intesa con il ministero della Sanità per l?assistenza sanitaria, ora all?esame della commissione Stato-Regioni. Anche qui abbiamo accolto le raccomandazioni della Conferenza di Napoli. Perciò stiamo ridefinendo la disciplina della custodia cautelare e dell?esecuzione della pena. Tenendo conto dell?incompatibilità con il regime carcerario, sostituiremo la pena con arresti domiciliari in residenze collettive, case alloggio, luoghi di pubblica cura e assistenza o affidamento in prova. Si tratta di due linee di intervento complementari: una sanitaria-terapeutica e una che studi tutte le alternative possibili al carcere per quei casi di incompatibilità. Questo significa contare su nuove risorse e nuovi programmi? Questo significa che stiamo studiando con il ministro della Solidarietà e protocolli d?intesa con enti locali. Che ruolo avrà il volontariato? Stiamo lavorando per una serie di convenzioni con gli enti locali e le Regioni che tengano conto e valorizzino ancora di più l?attività del volontariato impegnato nel carcere. In questa direzione stanno già lavorando le Regioni Emilia Romagna e la Liguria. Depenalizzare? La Consulta discute Depenalizzazione dei reati legati alla tossicodipendenza? Il provvedimento governativo suscita perplessità e divisioni in seno alla stessa maggioranza di governo. «Anche all?interno della Consulta i pareri sul testo governativo sono molto diversi», commenta la dottoressa Margerita Ricciuti del Sert di Torino e partecipante alla Consulta. «Riguardo alla riforma dell?articolo 90 (90bis, ndr), che impedirà ai tossicodipendenti in via di recupero di rientrare in carcere, siamo tutti d?accordo. Mentre siamo un po? perplessi sul fatto che si voglia depenalizzare la cessione gratuita degli stupefacenti, perché può essere usata strumentalmente dagli spacciatori per evitare il carcere. Spero comunque che in futuro il ministero di Grazia e giustizia verifichi seriamente la validità dell?operato delle associazioni di volontariato che opereranno in carcere grazie alle convenzioni con gli enti pubblici». La Consulta degli operatori per le tossicodipendenze è stata insediata dal Dipartimento degli affari sociali il 24 marzo scorso per fornire consulenza al lavoro interministeriale in materia di lotta alla droga. Il battesimo è avvenuto in concomitanza della presentazione dell?iniziativa governativa sul trattamento penitenziario (e processuale) dei tossicodipendenti annunciata dal guardasigilli. Nel parlamentino degli operatori ci sono quasi tutti: magistrati di sorveglianza, operatori dei Sert, i ?big? delle comunità terapeutiche e volontari penitenziari. Presenti don Benzi, don Mazzi, don Albanesi e don Ciotti, ma anche le comunità di san Patrignano e di Villa Maraini; il Forum droghe, la Lila, la Federazione italiana delle comuinità terapeutiche. Settanta organismi pubblici e privati che cercano di tradurre in realtà le indicazioni della Seconda conferenza di Napoli sulle tossicodipendenze dell?anno scorso. A loro toccherà la verifica del provvedimento prima che diventi legge. Quanti sono Totale detenuti 49.216 Detenuti tossici 14.728 Affidati ai servizi sociali 2.141 In detenzione domiciliare 790


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA