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Stop alle adozioni fai da te

La riforma arriva a Montecitorio. Se tutto filerà liscio vedrà la luce in tre mesi. E sarà la fine del commercio dei bimbi stranieri Perché le coppie dovranno passare dai centri autorizzati

di Marco Piazza

Se servisse a qualcosa, per i prossimi tre mesi Marco Griffini si piazzerebbe giorno e notte di fronte a Montecitorio. In mano terrebbe un cartello con scritto «Onorevoli deputati: i bambini stranieri e le famiglie italiane hanno bisogno del vostro voto. Non deludeteli. E fate presto». Sarebbe lo sforzo estremo. L?ultima tappa di una battaglia che ha prodotto una legge straordinariamente importante, quella che regolamenta l?adozione internazionale. Un testo – già approvato dal Senato e da aprile in discussione alla Camera – alla stesura del quale il battagliero imprenditore milanese, fondatore dell?associazione Ai.Bi. e presidente del coordinamento di tutti gli enti autorizzati a gestire l?adozione, ha lavorato anima e corpo negli ultimi due anni. Si piazzerebbe di fronte alla Camera, dicevamo, perché nonostante tutti i partiti e lo stesso presidente Violante si dicano convinti della necessità di approvare il disegno di legge in tempi brevi, lui sa che in politica le promesse contano poco. «E poi», dice, «su un tema come quello delle adozioni tutti si sentono legittimati a dire la propria. Ma se per disgrazia un deputato qualsiasi, per farsi pubblicità sui giornali, tira fuori un emendamento, il testo deve tornare al Senato. Allora siamo fritti. Avranno vinto i trafficanti di bambini. E i paesi d?origine (quelli da cui arrivano i minori adottabili, ndr) chiuderanno le frontiere». Riassunto delle puntate precedenti. In ritardo rispetto agli altri Paesi europei, con il disegno di legge in questione l?Italia si appresta a ratificare la Convenzione dell?Aja per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale. Il testo, che contiene le riforme alla legge attuale (la 184/83), riunisce la proposta del governo e quella di molte forze politiche. Approvato senza particolari problemi al Senato, il provvedimento è ora passato alla Camera. Intanto la cronaca riferisce dell?intensificarsi del cosiddetto commercio dei bambini. Organizzazioni criminali che approfittano del vuoto legislativo per vendere i minori da adottare a prezzi esorbitanti. «Sappiamo di molte coppie italiane che pagano trenta, quaranta milioni ad avvocati senza scrupoli, pur di avere un figlio», fanno sapere quelli dell?Anfaa (Associazione nazionale famiglie affidatarie). Torniamo alla Camera, per dire che nella prima settimana di aprile il ddl verrà ?calendarizzato? (sarà stabilita la data in cui discuterlo) dai capigruppo. Così, il presidente della Camera, Luciano Violante, ha detto recentemente a Griffini e ad altri rappresentanti delle associazioni, che gli consegnavano 43 mila firme. «Violante ci è parso molto attento e ha promesso di seguire personalmente l?iter della legge», racconta Griffini. Il presidente della Camera è sicuramente tra i più informati, visto che la moglie, Giulia De Marco, presidente del Tribunale dei minori a Torino, ha lavorato attivamente alla stesura di quel progetto. Il relatore del progetto in commissione, Vito Leccese (Verdi) ha inoltre stimato in tre mesi il tempo necessario per la definitiva approvazione. Entro giugno, quindi, la nuova normativa dovrebbe vedere la luce. Si tratta, a sentire quelli che hanno raccolto le firme e sono stati ricevuti da Violante, di una legge speciale, per una lunga serie di motivi. Il primo (non trascurabile) è che nasce dal lavoro congiunto dei politici e della società civile, composta da associazioni, magistrati e famiglie. Ma la vera novità consisterebbe nella fine del cosiddetto ?fai da te?. Oggi in Italia, su 2.095 adozioni di bambini stranieri solo 592 (meno di un terzo) passa per i venti enti autorizzati (l?elenco è nel box a fianco). Con la nuova legge tutto questo non sarebbe più possibile. Fine del commercio irregolare vuol dire anche riuscire a garantire che i ragazzini che arrivano in Italia abbiano reale bisogno di essere adottati. «La nostra preoccupazione principale», afferma Armando Zirpoli, presidente del Nova (Nuovi orizzonti per vivere l?adozione), «è che il bambino sia davvero in stato di abbandono quando viene affidato a una famiglia italiana». Questo vuol dire che prima di dichiarare adottabile un ragazzo straniero, l?Italia si impegna a verificare se non sia possibile aiutare la sua famiglia, oppure se non possa essere adottato nel paese d?origine. Racconta Griffini che in Moldavia, tempo fa, dopo aver scoperto che molti dei bambini rinchiusi in istituto erano stati abbandonati dalle famiglie indigenti, l?Ai.Bi. aveva scelto di attuare un aiuto a distanza, sostenendo le famiglie moldave. Di quei bambini molti sono potuti tornare a casa propria. Gli altri (il 10 per cento), hanno trovato, in Italia, la loro nuova famiglia. Ecco cosa cambierà Cosa cambierà se la Camera ratificherà la convenzione dell?Aja? Quasi tutto, visto che la legge attualmente in vigore, la 184/83, che disciplina in un solo testo adozioni nazionali, adozioni internazionali e affidamento, tratta delle internazionali in un modo ritenuto da tutti ?superato? e assai poco garantista nei confronti dei bambini stranieri. La prima grossa novità consiste infatti nella gestione dell?adozione, che nel nuovo testo è affidata allo Stato italiano. Oggi, per adottare, basta l?autorizzazione del Tribunale alla famiglia, ma non c?è controllo sul minore da portare in Italia. In un futuro che si spera sia assai prossimo, attraverso i 20 enti autorizzati, lo Stato verificherà l?effettiva necessità, da parte del minore, di essere adottato. E proverà a vedere se non sia possibile aiutarlo in altro modo (sostenendo economicamente la famiglia, o facendolo adottare in loco). Il ruolo di questi 20 enti rappresenta l?altra grossa novità. Si tratta di enti non profit, presenti in molte regioni (ma quando partirà la legge dovranno essere presenti ovunque, con almeno 2 associazioni per regione), che devono avere requisiti ben precisi (la presenza di un?équipe psico-sociale, la trasparenza dei bilanci, etc). Infine, tra le novità più rilevanti, c?è il cambiamento radicale della condizione delle famiglie. Che da una situazione di semi-clandestinità passeranno a un ruolo che li considera titolari di un diritto. Le coppie saranno formate con appositi corsi prima ancora di ottenere l?idoneità ad adottare. E una volta realizzato il sogno, potranno dedurre fiscalmente il 50 per cento delle spese necessarie per adottare il loro bambino. Bimbi dall?estero: le cifre Minori stranieri adottati in Italia nel 1997 2.095 Minori stranieri adottati nel ?97 tramite enti autorizzati 592 Cifra pagata da molte famiglie italiane per ?comprare un bambino straniero (segnalazione dell?Anfaa) 40 milioni Costo medio di un?adozione effettuata attraverso le organizzazioni autorizzate 5 milioni Famiglie italiane in attesa di adottare un bambino (stima Ai.Bi.) 50.000 Enti autorizzati alla gestione, sotto il controllo del governo, dell?adozione internazionale 20 Gli enti ? Ai.Bi (Ass. Amici dei bambini) 02/98232102 ? Ciai (C. ita. adoz.internazionale) 02/5510407 ? Il Conventino 035/4598300 ? Istituto ?La casa? 02/55187310 ? Aipa 039/9907272 ? Amici di Don Bosco 011/5224631 ? La primogenita Intern. adoption 015/2562295 ? Cifa (Centro int. Fam. pro adoz.) 011/751048 ? Nova (Nuovi orizzonti vivere l?adoz.) 011/2487656 ? Amici trentini 0461/779595 ? International adoption 0432/791938 ? I cinque piani 055/8423152 ? Spai (Serv. polif. per l?ad. intern). 071/203938 ? Congr. Suore miss. della Carità 06/7008435 ? Centro serv. soc. per adoz. intern. 091/952525


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