Mondo

Congo: la scia di sangue e gli interessi in gioco

Dal testo della veglia per il Congo, dati e testimonianze.

di Emanuela Citterio

4 e 6 agosto 1998, Uvira 52 civili uccisi 6 agosto 1998, Kavumu,aeroporto di Bukavu, 46 ufficiali dell?esercito congolese, massacrati 23 e 24 agosto 1998, Kasika 633 persone massacrate,tra le quali il parroco e tre suore della Resurrezione 24 agosto 1998, Kilungutwe 422 persone sono state assassinate 4 dicembre 1998, Katana 35 persone sono state massacrate 7 dicembre 1998 a Lemera 23 perrsone sono state assassinate all?arma bianca 31 dicembre 1998, Makobola 814 civili massacrati 11 febbraio 1999 382 persone massacrate nel Masisi 18 febbraio nel Nord Kivu a Lukweti,37 persone massacrate  fine febbraio 1999 a Mahanga 200 persone uccise 17 marzo 1999,collettività di Burhinyi,80 km. da Bukavu,111 persone massacrate agosto 1999, nell?altopiano di Uvira 61 persone massacrate 15 agosto 1999 à Katoy nel territorio di Masisi,31 persone assassinate 17 agosto a Kisangani 300 morti 27 agosto 40 persone bruciate vive nel villaggio di Kasala 22 settembre 1999 à Walikale 74 civili massacrati 30 settembre decine di persone massacrate a Kalambi novembre 1999 à Mwenga una decina di donne sepolte vive 2 dicembre 1999 nella zona dei Bafulero, 40 persone assassinate 15 maggio 2000 massacro di Kotogota: 300 vittime 3 marzo 2001 15 persone massacrate a Luofu 14-21 maggio 2002 settimana di sangue a Kisangani:200 morti ottobre- dicembre 2002 atrocità nell?Ituri- stupri, esecuzioni sommarie, atti di cannibalismo-saccheggi- 8 aprile 2003 massacri, stupri nei dintorni di Bukavu 9 aprile a Drodro, nell?ituri almeno 200 persone massacrate; In Ituri dal 1999 sono morte circa 50.000 persone  e mezzo milione sono sfollate. Giorgio, giovane congolese: “Il nostro paese è attualmente sotto occupazione straniera e vittima di uno sfruttamento illegale delle risorse e di molti crimini. Noi crediamo che un giorno le voci si eleveranno nel mondo per chiedere che giustizia sia resa in questa Regione dei Grandi Laghi. Dopo un conflitto armato, la riconciliazione a lungo termine non è possibile che nel caso che la ricerca della giustizia sia al cuore del processo di pace. Non c?è pace senza giustizia”. Georges Dallemagne, senatore belga  della CDH: ? Riguardo alla cooperazione di alcune delle potenze occupanti, ci viene detto sempre più, soprattutto alla Commissione dei Grandi Laghi del Senato di cui faccio parte, che alcuni di questi Paesi hanno delle contabilità occulte, che i loro sforzi di guerra sono assai considerevoli e che essi riescono a finanziarli grazie al saccheggio delle risorse del Congo. Nel frattempo, si destinano a questi paesi degli aiuti strutturali di cui non si è nemmeno sicuri che arrivano direttamente in progetti che sarebbero stati designati di comune accordo e che entrano nella contabilità di questi Stati. E? ora che abbiamo una certa coerenza, fondata su criteri obiettivi, nel quadro della nostra cooperazione nella Regione dei Grandi Laghi. Questo problema diventa assai urgente perché c?è modo di dare segnali politici forti e fermi ai Paesi che hanno, oggi, un comportamento totalmente opposto al diritto internazionale nella Repubblica Democratica del Congo? Colette Braeckman, giornalista belga: ? Da quando l?economia si è mondializzata, non ci sono più tabù. Le frontiere non sono più inviolabili, l?autorità degli Stati non è più sovrana, lo stesso diritto internazionale viene distorto. Quanto alle risorse, esse sono ormai da afferrare, da parte del più rapido, del meglio armato, del più vicino. Tutto il mondo è così diventato un campo d?azione per le multinazionali alla ricerca di un profitto a breve termine. Mentre un po? ovunque nel mondo le risorse minerarie sono già state fortemente intaccate, quando non esaurite, in questa regione poco accessibile, a lungo difesa come riserva di caccia dalle società belghe del tempo della colonia o poco accogliente verso gl?investimenti a causa della dittatura, la maggior parte dei giacimenti sono ancora vergini o male sfruttati: diamanti, rame, stagno, carbone, ferro, manganese, ma anche niobio, colombo-tantalite (coltan). Questo immenso territorio, più vasto dell?Unione Europea, rappresenta per tutti i franchi tiratori un Far West ideale, una zona di non-diritto dove il potere si conquista sulla punta del fucile e del machete.? (Dati e testimonianze dal testo della veglia di preghiera per il Congo del 31 maggio a Verona)


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