Politica

La storia di Ilia Burlina, 54 anni e 10 ragazzi. Io, mamma senza sosta

Ha scelto di entrare nella casa del Villaggio Sos di Vicenza 21 anni fa. Con un regolare contratto e la condizione di non metter su una famiglia sua.

di Benedetta Verrini

Se le chiedi se non le è mai mancata una famiglia, ti risponde stupita: “Ma io ce l?ho una famiglia!”. Come darle torto. Ilia Burlina ha 54 anni ed è una mamma Sos da 21. In questi anni, ha accolto, amato e tirato su dieci ragazzi. Vive nella sua città, Vicenza, all?interno di uno dei Villaggi Sos sorti in tutta Italia. Villaggi ideali, senza delimitazioni architettoniche: nel caso di Vicenza sono villette a schiera appena fuori dal centro città. Dove piccoli “caduti fuori dal nido”, come dicono all?associazione, trovano una casa, l?affetto di una mamma e di tanti fratelli. In questi giorni, Ilia vive una fase di transizione. Presto lasceranno la casa due dei suoi ragazzi ormai grandi, di 18 e 25 anni. Ed entro agosto ne accoglierà altri sei, dai 6 ai 12 anni. Vita: Figli che partono e figli che arrivano. Come vive questi momenti, Ilia? Ilia Burlina: Il distacco dai due che partono si avverte, è chiaro. La ragazza, diciottenne, è rimasta qui 8 anni e ora rientrerà nella sua famiglia d?origine. L?altro è un ragazzo che andrà a vivere in una Casa del giovane, per iniziare un percorso in completa autonomia. è stato uno dei primi bambini che ho tirato su, era arrivato qui a 4 anni. Vita: è dura salutarli? Burlina: Sì, ma questi sono legami che restano. C?è chi passa ogni giorno, all?uscita dal lavoro, a salutare e a vedere come stiamo. C?è chi viene ogni tanto, quando può. Il più grande l?ho accompagnato all?altare e adesso è papà. Anche un?altra delle mie ragazze si è sposata ed è mamma di due bambini. E adesso, quindi, faccio anche la nonna. Vita: Scusi l?impertinenza, Ilia, ma la chiamano mamma? Burlina: Non ho mai detto a nessuno dei bambini di chiamarmi così. Nella filosofia del Villaggio Sos noi cerchiamo però di circondarli di quell?affetto e quella sicurezza che sono tipicamente materni. E siccome in passato gli affidi erano molto lunghi, succedeva che i ragazzi mi chiamassero mamma e poi, per imitazione, anche i più piccoli. Ad esempio, uno dei miei nipotini mi chiama mamy, perché sua mamma mi ha sempre chiamata così. Vita: Perché ha fatto questa scelta di vita? Burlina: Ha detto bene, perché questa non è semplicemente una scelta professionale. è un cammino, un percorso esistenziale. Conoscevo la realtà dei Villaggi Sos fin da ragazzina, perché mio padre li sosteneva e riceveva la pubblicazione. Poi, ero rimasta folgorata da un servizio giornalistico di tanti anni fa, in cui si vedeva una mamma che stirava, guardando alcuni ragazzini che facevano i compiti. Mi era sembrata una cosa stupenda, che è rimasta sempre un po? come un sogno nel cassetto fino a quando ho saputo che stava sorgendo un Villaggio Sos anche a Vicenza. A quel punto, ho iniziato a frequentarlo e a collaborare attivamente. Vita: E ha deciso di impegnarsi fino in fondo. Burlina: Sì. Prima ero stata impiegata in aziende orafe, ma mi sembrava che il lavoro e la vita stessa non avessero preso il senso che volevo. Così ho deciso che dovevo dare una svolta. A 33 anni, mi sono trovata ad accudire due bambini di 12 e 8 anni. E 20 giorni dopo, ne sono arrivati altri tre? Vita: Una bella avventura. Come l?ha vissuta? Burlina: Come un?esperienza bellissima, enorme, gratificante. Non nascondo che ci sono anche le difficoltà: si tratta di bambini che hanno sofferto, che arrivano da esperienze dolorose e cercano sicurezza. E poi, c?è il rapporto con la famiglia d?origine, che va mantenuto il più possibile vivo, nell?ottica del ritorno a casa del bambino. Anche in questo caso, ho vissuto situazioni belle e situazioni più difficili. Alcuni genitori mi hanno dato piena collaborazione per la crescita dei bambini; altri si sono messi in conflitto, e c?è voluta molta pazienza. Vita: La figura di mamma Sos attira anche i giovani? Burlina: Mi pare ci sia molto interesse per questo tipo di scelta. Certo, non bastano lo slancio e le motivazioni: è necessario saper ?reggere? emotivamente. Ci sono persone, ad esempio, che in questa condizione possono sentirsi sole. Il nostro è un ruolo delicato e difficile: dobbiamo essere disponibili a dare amore e un?affettività materna ai bambini, ma anche essere educatrici all?interno di un gruppo. Vita: Tra poco accoglierà 6 nuovi bambini. è pronta? Burlina: Certo! Da fine giugno a fine agosto il Villaggio si riempirà. Sei bambini a casa mia, altri cinque con un?altra mamma Sos che vive qui di fianco, e poi altri cinque o sei con una giovane mamma Sos che inizia adesso la sua esperienza. Inoltre, stiamo allestendo un?équipe di supporto di quattro persone, con la presenza di una mamma ?in fase di formazione? e di due operatori non residenti che lavoreranno con noi per organizzare le attività di gioco e di accompagnamento. Info: Villaggi Sos, tel. 0461.926262 corso 3 Novembre, 112 38100 Trento – SOS ITALIA


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