Formazione
Amministrazione condivisa e co-progettazione: i due strumenti necessari per lo sviluppo del Mezzogiorno
Come le realtà del Terzo settore possono davvero coinvolgere le amministrazioni locali e lavorare insieme, alla pari? Come co-programmazione e co-progettazione possono essere usate a beneficio della comunità? «Il percorso Formazione Quadri Terzo Settore - fqts è nato per rispondere a queste domande», dice Mauro Giannelli. «Dobbiamo smettere di spostare l’attenzione sulle mancanze delle amministrazioni pubbliche e prendere coscienze di quelle che sono anche le dobolezze del nostro mondo e migliorarci»
di Anna Spena
Formazione Quadri Terzo Settore – Fqts è un progetto di formazione per i dirigenti delle organizzazioni del Terzo settore meridionali promosso da Forum Terzo Settore e Centro servizi per il volontariato, realizzato con il sostegno della Fondazione Con il Sud. Dalle questioni di genere ai percorsi verso la cittadinanza globale passando necessariamente dalle questioni ambientali.
«Il progetto», racconta Mauro Giannelli, coordinatore dell’iniziativa, «è nato quindici anni fa, quando ancora non esisteva l’idea di creare il codice del Terzo Settore, ma comunque era già chiaro che il Terzo settore era chiamato ad essere un soggetto per la coesione e lo sviluppo del territorio. C’èra quindi bisogno di una qualche iniziativa che aiutasse in modo particolare le realtà del Sud Italia». Ma il corso è nato per rispondere anche a un altro bisogno: «La costruzione di un linguaggio condiviso tra tutte le realtà che insieme formano il Terzo settore».
Il corso si rivolge in modo particolare a chi ha un ruolo da dirigente all’interno delle strutture perché: «il Terzo settore e l’amministrazione pubblica sono sullo stesso piano», spiega Patrizia Bertoni, responsabile segreteria nazionale organizzativa del progetto Fqts. «Cosa sarebbero le nostre città, periferie, piccoli comuni senza le realtà del Terzo settore? E affinché queste agiscano nell’interesse generale hanno bisogno di formazione continua».
Ma come si coinvolgono le amministrazioni locali? Come si intreccia un discorso con loro per realizzare progetti a beneficio dei cittadini? Come si crea, davvero, quell’infrasturizzazione sociale del Mezzogiorno? E i fondi europei, come possono essere ottimizzati al meglio? I corsi di Fqts hanno supportato le realtà del Terzo settore nel cercare le risposte a queste domande. Ogni territorio ha le sue difficoltà, l’obiettivo dei corsi è però valorizzare le competenze.
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«Credo che in Sicilia manchi la parte politica, o almeno il dialogo con quella parte», denuncia Giuseppe Montemagno, portavoce del forum del Terzo settore siciliano. «Eppure l’approvazione del codice del Terzo settore ci riconosce un ruolo fondamentale e introduce due strumenti importanti, ovvero la co-programmazione e co-progettazione. Questi, per essere davvero efficaci, devono essere acquisiti dall’amministrazione pubblica, dagli enti locali. Noi siamo soggetti che portano le istanze e i bisogni della comunità, non solo non possiamo non essere ascoltati, ma dobbiamo essere coinvolti da subito nella gestione dei fondi per implementare i progetti».
Una denuncia simile arriva dal portavoce del Forum del Terzo settore calabrese, Pasquale Neri: «Io qui non vedo ancora esperienze di amministrazione condivisa riuscite», spiega. «Stiamo provando a costruirle. Co-programmazione e co-progettazione sono strumenti indispensabili, ma non automatici».
Maria Antonietta Brigida, la referente del Csvnet e responsabile fqts per la regione Puglia, porta un’esperienza positiva che traccia una strada possibile: «Nella nostra regione dei patti sono stati firmati». Poi aggiunge: «certo ci sono comuni più virtuosi di altri, ma una collaborazione è aperta e bisogna continuare su questa strada. In modo particolare le realtà del Terzo settore e l’amministrazione pubblica hanno lavorato sui beni confiscati alle mafie. La costruzione del dialogo è un percorso lungo, e la formazione con fqts è stata fondamentale per diverse ragioni: dall’intraprendere un dialogo con l’amministrazione pubblica a come si intercettano e utilizzano i fondi europei».
Non è una mancanza di fondi, nel Mezzogiorno c’è un problema di gestione. «Pensiamo al pnrr», dice Andrea Pianu, portavoce del forum della Sardegna. «Il problema non sono le risorse e forse neanche che si spendono male. Il tema è che non c’è continuità rispetto alla pianificazione di quelle risorse. La programmazione non può vivere ogni volta di vita propria. E noi non dovremmo neanche stare dentro la logica dei bandi, ma dobbiamo farci carico di una visione più complessa. E lo spazio di crescita passa per la formazione».
L’amministrazione condivisa, la co-progettazione come la co-programmazione sono strumenti necessari per lo sviluppo del Mezzogiorno, e anche se non trovano ancora piena attuazione: «il fatto che siano formalizzati dal codice», aggiunge Mauro Giannelli, «fa la differenza. Il percorso di formazione fqts si sta concentrando su questo e invita a guardare non quello che ancora non c’è, ma quello che c’è. Dobbiamo smettere di spostare l’attenzione sulle mancanze delle amministrazioni pubbliche e prendere coscienze di quelle che sono anche le dobolezze del nostro mondo e affrontare la necessità di formazione. C’è bisogno di competenze di carattere giuridico e a queste vanno abbinate competenze della gestione e mediazione dei conflitti fino alla capacità di sapersi esprimere in maniera corretta».
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