Famiglia

Lilliput: Cooperazione allo sviluppo cancellata

Appello ai parlamentari per lavorare su proposte concrete contro le povertà e per la soluzione dei "conflitti dimenticati"

di Redazione

La notizia del tentativo governativo di stornare gli stanziamenti della cooperazione allo sviluppo per reperire i fondi per la missione militare in Iraq suscita pesanti interrogativi sulla correttezza delle recenti decisioni di intervento in Iraq, (che per loro natura e tempistica appaiono sempre più diretti ottenere dei risultati in materia di assegnazione di appalti per la ricostruzione invece di perseguire scopi di reale assistenza alle popolazioni colpite dalla guerra), ma anche sulla rilevanza politica attribuita agli interventi di cooperazione allo sviluppo, visto che secondo il governo possono essere cancellati senza proccupazioni. Pertanto la Rete Lilliput esprime la sua profonda contrarietà: – verso il tentativo di finanziare l’intervento militare accompagnato da iniziative di tipo assistenziali, sbagliate nella impostazione e nelle modalità di intervento (come sottolineato anche dalla Croce Rossa Internazionale) e poco rispettose delle reali esigenze delle strutture sanitarie irachene, attingendo fondi da stanziamenti già da tempo attribuiti; – verso le modalità adottate dall’esecutivo per il reperimento di fondi, in quanto ignorano sostanzialmente il dettato costituzionale che prevede di indicare sempre per ogni legge le nuove fonti di finanziamento; – verso lo svuotamento del dibattito parlamentare sulle modalità dell’intervento in Iraq e sulle priorità attribuite da tempo agli interventi di cooperazione allo sviluppo; – verso la sostanziale negazione dei pur modesti impegni assunti nel recente vertice dei G8 a Evian, che sembravano delineare un qualche ruolo dell’Italia per la soddisfazione di alcune delle più urgenti esigenze delle popolazioni più povere ed emarginate del pianeta. La Rete Lilliput chiede pertanto a tutti i parlamentari e a tutte le organizzazioni che hanno di recente espresso la loro opposizione alla guerra di voler esprimere il loro profondo dissenso verso questo modo di gestire la politica estera dell’Italia e di voler proporre quanto prima nelle sedi adeguate delle concrete proposte di lotta contro le povertà e per la soluzione dei “conflitti dimenticati”.


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