Cultura

Ue: in agricoltura un lavoratore su 10 è extracomunitario

Il dato è relativo agli stagionali

di Gabriella Meroni

Sono oltre 520 mila i lavoratori extracomunitari stagionali regolarmente impegnati nelle imprese agricole europee su un totale di circa 4.600.000 occupati stagionali in agricoltura. Nell’Unione piu’ di un lavoratore stagionale agricolo su dieci e’ extracomunitario e la loro presenza nei campi cresce ad un ritmo che in Italia ha raggiunto il 15% negli ultimi anni. Ad affermarlo e’ la Coldiretti, in vista del vertice europeo dei capi di stato di Salonicco, per sottolineare l’importanza della presenza dei lavoratori extracomunitari per lo sviluppo dell’agricoltura italiana ed europea. ”L’immigrazione legale e’ una risorsa per lo sviluppo economico e sociale della nuova Europa – sostiene la Coldiretti – e bisogna dare una risposta strutturale ai bisogni delle imprese e alle aspettative dei lavoratori, che sappia conciliare il rigore nei confronti della clandestinita’ con i cambiamenti di una moderna economia post-industriale”. In agricoltura, il maggior numero di extracomunitari si e’ registrato in Germania (250.000), in Grecia (120.000) e in Italia, dove il DPCM approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri ha autorizzato l’ingresso di ulteriori 8.500 lavoratori stagionali rispetto ai 60.000 autorizzati all’inizio dell’anno per il 2003. Una risposta coerente alle esigenze manifestate dalle imprese e dai lavoratori che – sostiene la Coldiretti – ha preso atto della difficile situazione nei campi in vista delle imminenti campagne di raccolta dei prodotti agricoli. La maggior parte dei lavoratori extracomunitari agricoli occupati nell’Unione proviene dai Paesi dell’Europa dell’Est (90 %), verso i quali e’ stato deciso l’allargamento. Riguardo all’immigrazione stagionale di lavoratori agricoli extracomunitari e’ possibile distinguere tre categorie di Paesi. In Germania, in Austria e in Grecia, l’immigrazione stagionale – sostiene la Coldiretti – e’ largamente ammessa e i lavoratori stagionali extracomunitari costituiscono in questi Paesi una elevata percentuale degli stagionali agricoli. Si tratta, per la maggior parte, di lavoratori provenienti dai Paesi dell’Europa centrale ed orientale: in Germania, sono presenti essenzialmente polacchi, ma anche ungheresi e rumeni; l’Austria accoglie polacchi, ungheresi e cittadini dell’ex Jugoslavia; in Grecia, si trovano soprattutto albanesi, ma anche bulgari, rumeni. In Spagna, Francia e Italia, l’immigrazione stagionale e’ possibile, ma – continua la Coldiretti – e’ fortemente regolamentata. In Italia e in Spagna, i lavoratori stagionali stranieri sono relativamente numerosi ma regolamentati attraverso il meccanismo dei fluissi, mentre in Francia, l’immigrazione stagionale e’ teoricamente possibile, ma e’ fortemente limitata nei fatti: i lavoratori stagionali migranti rappresentano meno dell’1% degli stagionali agricoli. In Belgio e in Danimarca, l’immigrazione e’ vietata o quasi vietata.


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