Politica
Parla Raffaele Bonanni, Cisl. Più che flessibilità, occupabilità
Essere flessibili è indispensabile, ma la vera partita si gioca nella possibilità di stare sempre sul mercato del lavoro. Come? Con la formazione.
“Cofferati? Con lui ho sempre polemizzato, non lo nego. Soprattutto quando era forte, arringava le piazze. Oggi, invece, non mi unisco al coro di ?no? che, anche da parte cislina, ha salutato la sua candidatura a sindaco di Bologna”. Parola di Raffaele Bonanni, segretario confederale Cisl, uno degli uomini più di punta (e più sotto scorta) del sindacato guidato da Savino Pezzotta. Che oltre a ?sdoganare? il sindaco Cofferati, dice la sua sul mercato del lavoro, lui che ne è un grande esperto tanto da essere chiamato a intervenire sul tema subito dopo la presentazione del pacchetto di riforme volute da Biagi.
Vita: Riforma del mercato del lavoro e nuovi lavori. Se ne parla tanto, ma non si fa?
Raffaele Bonanni: Sono dieci anni che l?impianto dei diritti dei lavoratori fa acqua da tutte le parti. Il fordismo è finito, ma il meccanismo di tutele e scatti è rimasto quello fordista. Questo fatto crea problemi seri agli stessi lavoratori. Le norme nuove non ci sono, ma co.co.co. e nuovi lavori avanzano. Milioni di persone, che vengono scelte apposta tra le fasce più deboli della popolazione: giovani, anziani e donne. Hanno un costo del lavoro più basso, ma non eguali diritti. La mancata riforma di questo settore pesa. La legge Treu, ideata da Marco Biagi, fu svuotata di senso, l?attuale governo ne ha presentata un?altra, l?opposizione anche. Staremo a vedere, intanto il tempo passa.
Vita: La battaglia vera, dunque, è sulla flessibilità. E i diritti?
Bonanni: La competizione sui mercati internazionali diventa sempre più forte, per le imprese, anche in campo europeo, con l?allargamento a Est. La battaglia vera è che la flessibilità sul mondo del lavoro, che è indispensabile, non venga pagata dai lavoratori in termini contributivi, che le garanzie restino in piedi. Servono nuovi sistemi di tutela e occasioni di lavoro per affrontare innovazione e disoccupazione. La partita vera è quella della ?occupabilità?, più che della flessibilità, cioè della formazione continua che rilancia figure di lavoratori sempre più professionalizzati.
Vita: La Cgil però vi accusa di aver ceduto, sui diritti?
Bonanni: La Cgil si attarda ancora a difendere il vecchio modello di tutela del lavoro fordista, che non esiste più. Dà risposte vecchie a domande nuove. L?articolo 18 l?abbiamo sempre garantito, ma le deroghe ad esso le abbiamo sempre fatte, solo che una volta le firmavamo tutti assieme. Ma c?erano governi di altro colore, al potere. Noi non siamo antigovernativi, per vocazione, tanto meno per me dovrebbe esserlo il Terzo settore. La formazione continua vale dieci articoli 18, come la riforma dei servizi per l?impiego o lo statuto dei nuovi lavori, tutte ideate anche da veri riformisti come Biagi.
Vita: Allora il sindacato non deve più essere conflittuale?
Bonanni: Il sindacato è conflittuale per natura perché difende interessi di parte, ma nel futuro, oltre alla sua natura conflittuale, deve accentuare la sua natura partecipativa perché sono sempre di più le materie che non si gestiscono chiedendo solo di fare qualcosa, ma cercando e trovando insieme, tra le parti sociali, punti di intesa e di mediazione. Insomma, bisogna compromettersi per rimanere autonomi, responsabili e conflittuali. Ma mutualità e sussidiarietà devono entrare sempre di più nel nostro vocabolario.
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