Cultura

Ogm: l’11/9 entrerà in vigore il Protocollo di Cartagena

Regole più severe per gli Stati che esportano prodotti geneticamente modificati

di Francesco Agresti

E? partito da Palau, un piccolo stato dell?Oceano Pacifico, il conto alla rovescia per l?entrata in vigore del Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, il trattato internazionale che fissa regole più rigide per il commercio degli Ogm. Lo stato oceanico è infatti la 50esima nazione ad aver sottoscritto l?accordo internazionale, soglia di adesione a partire dalla quale iniziano a decorrere i 90 giorni previsti per l?entrata in vigore delle norme. L?annuncio è stato dato dall?Unep, il programma delle Nazioni unite per l’ambiente. Adottato nel gennaio del 2000, nel corso della Convenzione internazionale sulla biodiversità, il Protocollo è il primo sistema strutturato di norme sull?utilizzo e sui trasferimenti degli Ogm tra gli Stati. “Non è un Protocollo per bloccare gli Ogm, ma per rendere più sicuro l’uso di questi prodotti”, ha detto il direttore generale dell’Unep, Klaus Toepfer, “e per porre un freno all’importazione inconsapevole dei prodotti geneticamente modificati”. Il Protocollo di Cartagena stabilisce che gli Stati che intendono esportare Ogm devono fornire informazioni dettagliate sui rischi e sulle modalità del loro utilizzo. Un Paese può legittimamente, anche senza nessuna prova scientifica, rifiutarsi di accettare importazioni o doni di Ogm se teme che possano rappresentare un pericolo per le sue colture tradizionali, danneggiare i prodotti locali o ridurre la biodiversità. Gli Stati che hanno sottoscritto l?accordo si sono dati appuntamento per i primi mesi del 2004 a Kuala Lumpur. Tra i Paesi che non hanno ratificato il protocollo ci sono gli Stati uniti che hanno denunciato la moratoria sugli Ogm decisa dall’Unione Europea presso l’Organizzazione mondiale del commercio.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA