Non profit

Acqua: Soares e Petrella, Ue nasce male se privatizza i servizi idrici

I 4 miliardi di dollari che Chirac voleva ottenere a Evian dai G8 per creare un Water Fund per gli interventi urgenti, si sono ridotti a un miliardo di euro già stanziati dall'Ue.

di Redazione

«Quando l’Unione europea, che pure pubblicamente si impegna a difendere la risorsa acqua come bene comune dell’umanità, promuove trattative di revisione dei trattati mondiali sui servizi e chiede a 72 Paesi poveri la liberalizzazione dei propri sistemi d’acqua, sbaglia. Se l’unione politica nasce su queste premesse, nasce male». L’europarlamentare Mario Soares, già premier e presidente del Portogallo, e presidente del Comitato internazionale per il contratto mondiale dell’Acqua, è intervenuto a margine del Convegno Coop Acqua per tutti criticando l’azione dell’Ue nelle trattative in vista del nuovo vertice del Wto che si svolgerà a Cancun nel prossimo settembre.  «I Governi dei G8 possono fare molto per garantire ai propri cittadini, e a quelli dei Paesi più poveri, il diritto all’acqua. Ma devono convincersi che l’acqua non è un buon affare ma un diritto di tutti e deve essere gestita pubblicamente insieme ai cittadini». E i 4 miliardi di dollari che il premier francese Chirac voleva ottenere a Evian dai G8 per creare un Water Fund per gli interventi urgenti, si sono ridotti a un miliardo di euro già stanziati dall’Ue. Lo rivela il presidente del Comitato italiano per il contratto dell’acqua Riccardo Petrella che precisa: «Chirac, alla vigilia del G8 di Evian, si era posto l’obiettivo di triplicare almeno l’impegno dei Grandi per alimentare il “Water fund” per l’accesso all’acqua, importo che ammontava a circa un miliardo di dollari annui». Ma i G8 si sono dichiarati disponibili a imvestire un solo miliardo di euro «la cui erogazione – continua Petrella – era stata decisa dall’Unione Europea due settimane prima l’inizio del G8, per adempiere alla Convenzione di Lomé del 1999. Altro che soldi in più!» Riccardo Petrella ha proposto, nel suo intervento al convegno “Acqua per la pace”, la creazione di un Fondo internazionale per l’acqua, gestito da tutti i cittadini, «alimentato da una tassa sulle acque minerali, e da contributi dei governi stabiliti dagli stessi cittadini».

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