Cultura

Vis: la nostra cooperazione allo sviluppo è nuda

Antonio Raimondi presidente del VIS, parla del governo e...

di Paolo Manzo

?Apprendiamo con viva soddisfazione, dal Ministro dell?Economia Giulio Tremonti che ci rassicura, che se anche l?economia italiana è ferma i conti dello Stato sono a posto. ? ha esordito così Antonio Raimondi presidente del VIS ? Peccato che, per ottenere una contabilità in ordine, il Ministro Tremonti abbia proceduto, con il metodo dell?accetta, a tagliare tutte le spese sia a livello di Stato Centrale che a quello degli Enti locali. In questi tagli vi è stato il rastrellamento, a dir poco penoso, di quei quattro soldi a disposizione della Cooperazione Italiana presso il Ministero degli Affari Esteri, facendo praticamente scomparire il nostro Paese dalla scena dell?Aiuto Pubblico alla Sviluppo e della solidarietà internazionale.? Nel 2003, infatti, la porzione del PIL destinata dal nostro Paese alla cooperazione si è ulteriormente assottigliata, essendo mestamente al penultimo posto tra i Paesi OCSE-DAC. ?Il Governo ? ha continuato il presidente del VIS – vorrebbe far credere che l?invio delle forze di pace in Afganistan ed in Irak ed i pochi aiuti umanitari mandati a questi Paesi siano importanti iniziative di cooperazione allo sviluppo: ma è palese l?uso assolutamente improprio e strumentale del termine cooperazione.? È, oramai, inequivocabile la politica del nostro Governo, che vuole smantellare in maniera definitiva qualsiasi traccia dello Stato Sociale con la sciagurata riforma fiscale voluta a tutti i costi dal Ministro Tremonti. ?Se i servizi sociali sono cancellati in Italia, perché non tagliarli prima di tutto nei Paesi terzi e, in particolare, in quelli più poveri? ? ha proseguito Antonio Raimondi – Una nazione che non è in grado di esercitare la solidarietà verso i propri cittadini e nei confronti delle popolazioni più disagiate del resto del mondo è un Paese incivile. La cooperazione verso i Paesi svantaggiati non è solo un obbligo morale ed un dovere sociale, ma è il segno di un Paese civile e democratico.? Ed è proprio per questo, che ci impegneremo, affianco di molte Organizzazioni e Associazioni di solidarietà internazionale, a lanciare nei prossimi giorni un appello al Presidente della Repubblica, garante della nostra Costituzione e massima Autorità del Stato, affinché intervenga con voce autorevole sulla scomparsa della Cooperazione Internazionale Italiana. Infatti, tale situazione porterà inevitabilmente ad ulteriori ingiustizie sociali a livello planetario e andrà a minare le stesse basi su cui poggiano quei processi di pace di cui l?Italia è sempre stata protagonista.


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